lunedì 12 marzo 2018

CARO SARRI, IL SAPER COMUNICARE E' VALORE PREZIOSO


Nello sport spesso le motivazioni contano anche piu dei stessi valori tecnici. La mente, il cervello, la famosa testa, spesso riescono a compensare limiti e caratteristiche qualitative, fornendo preziose alternative agli atleti, sia negli sport singoli che in quelli di squadra.
In questo contesto, non solo ci sono le specifiche predisposizioni degli agonisti, ma contano tantissimo le capacita' motivazionali, relazionali e comunicative degli allenatori, dei coach, dei   personal trainer.
Sapere di non avere gli stessi valori dei nostri avversari, e sentirselo ribadire all'infinito, come un mangianastri incantato, dal proprio allenatore, ma anche dalla propria societa di appartenenza, non fa altro che cementare nella testa dell'atleta tale concetto, cristallizandolo.
Alla fine tale martellamento infinito, accentuato dalla comunicazione costante dei cosiddetti " addetti ai lavori " - spesso professionisti o pseudo tali che magari non hanno mai fatto sport a livello agonistico - crea nella psiche dell'atleta, dell'agonista, ma dello stesso professionista sportivo, una sorta di costruito alibi di fuga, una forma di comodo ammortizzatore che va ad ammorbidire le sue eventuali cadute, insucessi, sconfitte.
Cio' che affermo, penso possa essere confermato da chi un po' di sport, a tutti i livelli e in tutte le discipline, lo mastica.
Caro Sarri, io ti ringrazio sempre per quello che ci hai donato, in termini di bellezza, emozione, estetica e tecnica pura con il tuo gioco. Ma io non appartengo a quella categoria di persone che si accontenta, che dice solo e sempre grazie perche' ricorda i tempi bui. Nella mia perenne, costante, atavica autonomia ed indipendenza intellettuale, penso che dal punto di vista della comunicazione, hai tanto ancora da imparare e non solo quando mandi a quel paese chi ti fa domande scomode. In tali circostanze, i danni causati, a limite, possono riversarsi solo su di te. Ma mi rifersco a quel velo di incertezza che trasuda dalle tue parole, come quelle della Presidenza e di tutta la stampa, univocamente sintonizzata sulle stesse frequenze.
Vuoi fare la rivoluzione. I tuoi 13-14 guerriglieri, per te devono essere sempre i migliori. Sempre. Non solo quando vinci. Perche noi da qua sembra che scendiamo dal carro a nostro piacimento, tu di la non puoi condurlo solo quando ti va bene rimarcando questi limiti, forse per fare di te una figura ancora piu eroica ed epocale.

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