Il copia ed incolla di Saviano continua. Solo che adesso, la rete si e' allargata e, quando il mancato premio Oscar e l'aspirante premio Nobel mette le mani nella marmellata, viene scoperto.
Vi giro la notizia.
Anch'io a suo tempo, nel marzo del 2009, scrissi un
post relativo ad una notizia poco diffusa dai media.
Circa la sua principale opera, Gomorra, così risposi ad una nota blogger nel gennaio 2009, alla vigilia degli Oscar, quando pareva che l'Italia potesse portare a casa la prestigiosa statuetta. Lei mi chiese cosa pensavo di quell'opera che, a suo tempo, era diventata quasi un fenomeno di costume.
" Che dirti. Prima cosa dobbiamo fare un distinguo tra Saviano e Garrone, tra libro e film.
Anch'io mi trovo d'accordo con te sul film. Si cerca di suscitare forte emozione, in modo lento, scontato.
Se
ne andiamo a fare un discorso tecnicamente qualitativo, vediamo quanti
limiti ci siano nel valutare il film come quasi certo vincitore
all'Oscar - a proposito, stasera mi sembra si assegnino i Golden Globes
-
Quindi si dovrebbe essere d'accordo che il film se vincera'
l'Oscar, sara' un contributo all'opera di Saviano come coraggiosa
denuncia ma non come premio all'esecuzione cinematografica di Garrone.
Ma
lo stesso Saviano, crea un genere narrativo sui casalesi, impiantando
il suo racconto su stralci di verbali, indagini degli inquirenti o
lavori fatti da altri suoi colleghi.
C'e' infatti anche una
citazione nei suoi confronti, fatta da un altro giornalista che solo in
un secondo momento viene ufficialmente inserito tra coloro che
indirettamente hanno aiutato il giovane narratore a realizzare questo
ormai famosissimo libro - puoi andare su www.ilroma.net del 9 gennaio a
pag.9 - divenuto fenomeno di costume, un glamour all'italiana,
affievolendo il suo carattere di denuncia, proprio perche' inflazionato.
Tra
le altre cose, Saviano non produce un lavoro alla fine di un lungo
periodo di indagine, come fecero al suo tempo gli scomparsi Giancarlo
Siani - per la camorra- ed Ilaria Alpi per le vicende di dubbi traffici
illeciti che si celavano dietro la guerra in Somalia.
In questo
piu' meritoria, sicuramente piu' analitica, e' l'opera "Solo per
Giustizia", del P.M. Cantone (per anni alla guida del pool investigativo
per la Procura di Santa Maria Capua Vetere) o quella di Rosaria
Capacchione "L'oro della Camorra" giornalista che da 15 anni segue la
cronaca nera su Casal di Principe, anche lei ora sotto scorta.
Tra
le altre cose, Saviano nel libro, dedica ampio spazio alla camorra
napoletana, al principio parla dei traffici e gli intrecci con la mafia
cinese che hanno come scenario il porto di Napoli.
Diciamo che
poi, gli eventi reali che si sono succeduti, in modo cronologicamente
naturale, hanno dato maggiore eco su cio' che accadeva a Casal di
Principe.
Ci si e' improvvisamente dimenticati delle faide tra il
clan dei Di Lauro e degli scissionisti nell'area nord di Napoli, faida
che ha prodotto decine di vittime. Ci si dimentica di cosa entra nei
porti di Napoli e Salerno, ci si dimentica di chi gestisce lo spaccio ed
il racket nel capoluogo partenopeo. A tal proposito, ti invito a
leggere il mio post pubblicato l'11 ottobre e pubblicato anche dal
quotidiano Roma di Napoli - vai alla categoria pubb. sul Roma - per
vedere come tante, purtroppo siane le piaghe che affliggono il
territorio campano ma come, ultimamente, si parli solo del clan dei
casalesi.
L'emergenza rifiuti e' stata "dirottata" come
conseguenza del business del clan dei casalesi nello smaltimento dei
rifiuti tossici. Cio' e' vero ma lo smaltimento di quelli ordinari- i
sacchetti della spazzatura nelle strade di Napoli - non ha nulla a che
fare con quello dei liquami tossici provenienti dal nord.
Poi ci
sono state le uccisioni proprio a Casal di Principe, cosa che non
accadeva da lungo tempo, ed infine le uccisioni del giorno di San
Gennaro, 19 settembre, dove furono massacrati 6 extra-comunitari a
Castelvolturno. A quel punto e' come se l'opera di Saviano prendesse
corpo e vita propria , diventando una sorta di naturale proiezione del
macabro, una real fiction, dove i morti erano realmente esistenti.
Approfondimenti
televisivi continui, dibattiti, simposi facevano il resto. Faccio
notare come l'ultima volta che Saviano appariva a Matrix, Mentana
registrava il suo picco di ascolto, vicino al 40%, ascolti da semifinale
di un campionato del mondo di calcio. Si e' determinata un ricerca
spasmodica di ascolto, dove lo stesso Saviano diventa strumento di
propagazione mediatica, a prescindere.
L'opera di Saviano, manca pero' di una parte, se la dobbiamo considerare una moderna prova di neorealismo all'ombra del Vesuvio.
Manca
dello Stato. Non si citano le decine di arresti, le confische, i
sequestri fatti anche precedentemente l'uscita del suo libro. Non si
menziona l'opera meritoria di tanti inquirenti, investigatori,
magistrati, forze dell'ordine spesso sotto pagate che comunque hanno
assicurato alla giustizia tanti malviventi. Non si spiega che spesso,
anche gli attuali provvedimenti in tema di restrizione dell'attivita'
criminosa, non sono altro che la risultante di anni ed anni di indagini,
di lavoro oscuro, perpetuo.
Pare come se per incanto tali
interventi siano la diretta conseguenza delle denunce di Saviano. Cio'
lo trovo ingiusto per chi si sacrifica da anni in un lavoro estenuante e
delicatissimo.
Certo sara' stata fatta una scelta di libera
impostazione narrativa. Ma siccome questo neorealismo e' monco di una
parte, Gomorra come opera, non puo' per me essere assurto come libro di
didattica nelle scuole dell'obbligo.
Si fa educazione, non solo con la denuncia. Si educano le future generazioni, proponendo loro anche modelli positivi.
Il
bello, anzi il brutto che tutti gli intellettuali napoletani si sono
schierati a favore del giovane narratore, secondo me facendo un grande
autogol per il territorio. Se ti capita, vai di tanto in tanto a
curiosare nel mio link napolipuntoeaccapo. A distanza di mesi, il forum
culturale partenopeo mi ha dato atto di cosa segnalassi da tempo con
preoccupazione, cioe' che alla lunga , in particolar modo per il
territorio campano, gli effetti della propagazione mediatica di Gomorra
saranno solo negativi.
Addirittura, l'Assessore al Turismo Campano
Claudio Velardi, nel suo blog, proponeva mesi fa la lettura a puntate
di Saviano. Mi permisi di fargli notare che così facendo, di certo il
Turismo in Campania si andava a fare benedire. Lui l'anno passato,
accoglieva personalmente i turisti agli arrivi, offrendo loro le
classiche sfogliatelle, forse per non far sentir l'olezzo della
munnezza. Gli dissi che forse, per il 2009, si sarebbe dovuto procurare
all'accoglienza, dei giubbini anti proiettile...
Alla fine, credo
che proprio per la devastante eco prodotta dal fenomeno, Gomorra
vincera' l'Oscar. L'Italia avra' l'assegnazione di questo ambito
trofeo.
A Saviano, preferisco Benigni."
A distanza di anni, lo Stato ha continuato a sferrare duri colpi ai casalesi. Saviano non e' riuscito a ripetersi nel copia ed incolla.