martedì 31 marzo 2009

CRISI ECONOMICA, CRISI DELLA POLITICA

La crisi economica continua a dare segnali poco confortanti. Le borse sono sempre piu' schizzofrenice e suscettibili di improvvisi cambiamenti, dovuti maggiormente a variabili umorali che non a concrete motivazioni di tipo economico.
L'economia reale e' di fatto bloccata. L'incertezza e la sfiducia dominano uno scenario di per se congelato, caratterizato da una riduzione degli investimenti, da un calo della produzione e da una conseguente erosione del potere d'acquisto delle famiglie, in cui al problema della inoccupazione si aggiunge quello della disoccupazione conseguente al licenziamento.
Nelle banche il risparmio viene eroso dalle famiglie come risorsa di primaria necessita', la fiducia alle imprese viene concessa col lumicino determinando un ulteriore calo negli investimenti e nella produzione, con una prospettiva per il 2009 che si attesta ad un - 4,3%.
La politica nel nostro Paese come risponde? Dividendosi scelleratamente come sua consuetudine.
Da un lato la crisi viene sminuita dal Governo, imbarazzato nel fronteggiare un momento storico davvero difficile e preoccupato nel non far intaccare il suo largo consenso. Ogni settimana si promettono misure d'intervento straordinarie, in vari settori nevralgici, per presentarsi all'opinione pubblica come solido punto di riferimento nella guida del Paese.
Si passa dall'edilizia popolare, alla costruzione di centrali atomiche, dalla ennesima presentazione del progetto di realizzazione del Ponte sullo Stretto al piu' "semplice" disegno di allargamento edilizio di tipo familiare. Il tutto intermezzato da cadenzati spot auto-celebrativi come l'ulteriore dispiegamento di forze dell'ordine nei grandi centri - con una criminalita' che non tende a scemare - viaggi inaugurali su treni super veloci - che non migliorano le condizioni del pendolarismo su rotaia - l'accensione di termovalorizzatori - che di certo non bonificheranno aree martoriate.
Dall'altro la crisi viene accentuata dall'opposizione con cinica perfidia, con la propagazione di un allarmismo diffuso che spinge l'opinione pubblica verso un cupo e pessimistico baratro esistenziale.
Dietro le frantumazioni del sindacato, trasformatosi in interlocutore politico, all'incapacita' della sinistra - negli ultimi anni divenuta elite di intellettuali salottieri o girotondini - di intercettare le reali esigenze dei lavoratori, con un' opposizione variegata e lacerata al suo interno fin dalla nascita, al punto tale di perdere per dimissioni il suo leader, si rievocano a mo' di minaccia, i fantasmi sessantottini della lotta di classe, dello scontro di piazza, come ultime manifestazioni possibili per dare giusta dignita' alla propria esistenza e tangibile esempio di riscatto sociale. Cosa gravissima e preoccupante.
Solo in Italia, la crisi economica viene cavalcata dalla politica come strumento di sterile scontro ideologico.
Solo in Italia, le differenti parti politiche non si siedono intorno ad un tavolo per cercar di dare risposte concrete all'esigenza dei cittadini.
Solo in Italia, l'avversario politico viene visto come nemico. Da una parte si rievocano i rischi del comunismo come attentato alla liberta' individuale. Dall'altra il leader della piu' grande forza politica liberale del Paese viene visto come un dittatore populista tipico dei regimi dell'America latina.
Intanto la nazione rotola, imprigionata dai suoi atavaci ritardi, il suo storico debito pubblico, il suo dividersi tra laicismo e clericalismo, tra liberismo e dirigismo, tra aperture al mercato e velleita' protezionistiche, con spinte al giustizialismo che restano solo utopistici proclami di facciata impossibili da realizzarsi, in quanto castrati da un sistema giudiziario storicamente lento, obsoleto, ingessato, con risorse economiche e numero di carceri sottostimati rispetto alla vastita' del fenomeno delinquenziale.
Con queste premesse, lo scontro sociale potrebbe esplodere per davvero.

domenica 29 marzo 2009

NASCE IL PDL. AD ACERRA SI FESTEGGIA CON UN PENNACCHIO DI FUMO

Il piu' grande partito d'Italia, prende corpo definitivamente. A Roma, nasce ufficialmente, il PDL.
Si afferma con "populistica" certezza che tale raggruppamento politico non sara' diviso in correnti, non sara' un asettico mega contenitore di plastica, non dipendera' dal personalismo straripante, quasi ingombrante del suo leader ma sara' il partito di tutti. Soprattutto in Italia, dopo la quasi certa riforma costituzionale - vero obiettivo strategico del neonato PDL - si aprira' una stagione liberale, nonostante un' impostazione fortemente decisionista e verticista data al movimento.
Amen.
Negli stessi giorni - che coincidenza... - e' stato inaugurato il piu' grande termovalorizzatore (inceneritore per la sinistra) del sud Italia. Ad Acerra, il Premier ha premuto il bottone simbolico per l'avviamento dell'impianto.
La Campania e' stata ripulita - almeno questa e' l'immagine proposta - speriamo sia anche bonificata. I militari controlleranno i diversi impianti del ciclo dei rifiuti - chissa' se ci sara' controllo sulle zone gia' contaminate - vigileranno sulla tipologia della "munnezza" conferita.
La Regione Campania, ha fissato come obiettivo per la fine del 2009, il raggiungimento del 25% di produzione di raccolta differenziata, pena il commissariamento dei comuni trasgressori.
Al momento, 190 amministrazioni comunali ( molte di centro-destra ) sono a rischio scioglimento, per tale motivo.
Chi controllera' che tali soglie vengano davvero rispettate?
Il bruciatore di Acerra e' stato senza dubbio la dimostrazione tangibile del grande impegno del Governo nel territorio campano.
Speriamo non diventi anche un "governativo espediente" per risolvere, celandole, le inadempienze, la mala gestione, l'inadeguatezza organizzativa, di tante amministrazioni locali.
Una cosa e' certa. La tarsu subira' un notevole aumento - a Napoli intorno al 40% - come dire: l'emergenza ha avuto un costo, l'ordinareita' ne avra' un altro.

mercoledì 25 marzo 2009

ARBUSTUM: L'ALTRA FACCIA DI GOMORRA

Stasera ho osservato attentamente l'intervento di Saviano da Fazio a Rai 3.
Alle domande piu' toccanti, Saviano ha risposto che tutto cio' che ha fatto, lo ha compiuto per amore verso la sua terra.
Denunciare crimini orrendi, atti nefasti, come normale quotidianita' vissuta nel territorio dell'agro-aversano, piuttosto che nei quartieri difficili delle periferie napoletane, e' a suo dire, una vera ossessione interiore, motivata dall'amore per la sua terra, una terra che non puo' continuare a vivere nel dimenticatoio, abbandonata nell'indifferenza piu' assoluta.
Ha confessato in modo sincero, quasi drammatico la sua solitudine, il suo isolamento dovuto inevitabilemnte alla sua difficile e corraggiosa scelta.
Spesso ho criticato Saviano, non per il suo coraggio, ma per la connotazione mediatica che ha dato alla sua opera, opera che ha ricevuto ulteriormente attenzione da parte degli organi d'informazione, poiche' la dura realta' dei fatti succedutisi dopo la pubblicazione di Gomorra, ha reso maggiormente reale la sua narrativa. Io sono stato sempre critico da questo punto di vista, affermando piu' volte come la denuncia potesse diventare appunto narrativa, questa "mitologia della devianza" per poi trasformarsi in semplice glamour.
Pero' in una cosa mi trovo vicino a Saviano.
La solitudine, la diffidenza, la denigrazione, l'essere visto come una persona al di fuori della norma.
Anche io ho compiuto un atto di amore per quella che e' in parte la mia terra: Casal di Principe.
Io ho scelto di amare la mia terra, costruendo qualcosa di positivo, non denunciando in modo coraggioso le gesta dei criminali ma realizzando la mia azienda, il mio agriturismo, Arbustum, nato nel 2003, senza dubbio prima dell'opera di Saviano.
Molte persone(il mio vissuto e' napoletano) da quel giorno hanno preso le distanze da me. La casa di semplici scampagnate, era diventata l'attivita' in terra di Gomorra. L'amico di tante giornate passate in allegria, diventava anche lui imprenditore in un territorio difficile.
Le stesse istituzioni locali, tutte le organizzazioni di categoria, la stampa sia locale che non, hanno sempre preferito non dare enfasi alla mia iniziativa, sebbene in tante occasioni ho cercato di avere una seppur minima visibilita'.
Come poteva essere considerata e accettata la mia attivita' imprenditoriale? Io ho la colpa di aver cercato di portare "normalità" in una terra oltraggiata ma anche per molti l'incomprensibile estraneita' a qualsiasi legame con i loschi personaggi descritti in Gomorra. Ho messo in conto anche di essere considerato purtroppo indirettamente legato a tale contesto. Cio' e' la cosa che mi ferisce di piu'. Me ne accorgo da come e' cambiata la gente nel salutarmi, di come il loro sguardo si incrocia con il mio. Le persone che continuano a frequentarmi sono davvero poche, sicuramente ho capito che sono i veri amici.
Per Saviano l'obiettivo e' quello di diffondere il piu' possibile a livello planetario notizie e fatti che avrebbero avuto una connotazione locale. Lui in questo ha tanta energia, grande positivita', che cerca di irradiare in modo costante e contagioso.
Nel mio piccolo, il mio obiettivo, e' quello di far capire a livello locale che tale realta' puo' essere immaginata e vissuta anche in un' altra maniera, dove una terra evocata solo per le sue nefandezze, puo' essere vissuta anche come luogo ameno, per trascorrere il proprio tempo libero.
In questo io dispongo senza dubbio di minori opportunita', ma non certo di minore energia, ed instancabile positivita'.
La linfa per Saviano sono i suoi lettori, testimonianza tangibile del suo impegno.
Per me lo sono i miei clienti (al 90% al di fuori del comprensorio aversano), protagonisti attivi del tangibile cambiamento.
ll messaggio di sintesi della trasmissione di Fazio e' che il bene alla fine deve prevalere sul male. Tale obiettivo lo si puo' raggiungere con la denuncia. Io ho preferito seguire la strada dell'impegno silenzioso, costante.

martedì 24 marzo 2009

CAMORRA: LA MATTANZA CONTINUA

A distanza di un giorno dal mega corteo tenutosi a Napoli, organizzato da Libera, contro tutte le mafie, la camorra emette altre due condanne a morte.
Ieri a Castellammare di Stabia, comune vesuviano, viene ucciso il pregiudicato Aldo Vuolo, legato al clan D'Alessandro. In un secondo agguato, a Qualiano, perde la vita Stefano Falco, di soli 19 anni, legato secondo gli inquirenti al clan Pianese.
Questa volta, come in tanti altri episodi purtroppo, le efferate uccisioni non sono opera del clan dei casalesi, passati nell'immaginario collettivo, come il clan piu' spietato nel territorio campano. Da queste parti, ahime', si muore ammazzati comunque.
Come si puo' notare, le manifestazioni anticamorra non portano effetti "benefici" sulle famiglie malavitose. Manifestazioni che, ultimamente, sono diventate happening socio-aggregativi, dove spesso sfilano scolaresche, scout, associazioni, comitati civici, cittadini che non provengono dalle aree martoriate dall'azione cruenta della criminalita' organizzata. Non si tratta di un atteggiamento di compiacenza verso la devianza ma semplicemente, una silente, passiva ed inevitabile condotta di salvaguardia della propria incolumita' personale.
Tale situazione di insicurezza palpabile, e' percepita dai cittadini campani. Napoli, secondo un'indagine campione, e' considerata dal 90% dei suoi abitanti una citta' altamente insicura, contro un piu' "confortante" 55% di Roma che non puo' considerarsi di certo, un'isola felice.
Ci sono zone dove molti abitanti non metterebbero nemmeno piede, come Ponticelli, Barra, Forcella, Quartieri Spagnoli, Rione Traiano.
I principali rappresentanti istituzionali del territorio (Regione, Provincia e Comune sono guidate dal PD) sfilavano alla testa del corteo di Libera domenica, guidando una scia di folla di oltre 150.000 persone. Quanti di questi manifestanti provenivano dalle zone sopracitate?
Gli stessi politici poi, rimanevano basiti nell'osservare i seggi vuoti o semi-deserti proprio in quelle zone sopraelencate, nello stesso giorno, in cui si tenevano in coincidenza, le primarie del PD per la scelta del candidato unico per le elezioni della Provincia.
Gli elettori erano tutti a sfilare nel corteo? O forse non si crede piu' a queste istituzioni (anche di diverso colore politico) spesso colluse col potere mafioso, nonostante i loro rappresentanti, con la solita maschera di circostanza, puntualmente si fanno immortalare in prima fila sotto i gonfaloni?
Il problema criminalita' organizzata e' piu' ampio. La giustizia e' lenta, le pene seppur inasprite sono ancora morbide rispetto alla pericolosita' dei rei.
In Campania e' tutto un pullulare di associazionismo anticamorra (rispettabilissima iniziativa). Credo pero', che rimangano molto piu' significativi 10 ergastoli che 10 cortei, 100 arresti di criminali a 100 persone che parlono su di un palco in modo generico di lotta alla camorra, 1000 aziende che aprono in territori difficili a 1000 pagine di libri denuncia, trasformatisi alla lunga, in esempi di neo-realismo letterario asfittico, divenuti indirettante, vettori evocativi della gesta dei malavitosi.

domenica 22 marzo 2009

LA DESTRA HA SPENTO LA FIAMMA

Alleanza Nazionale si e' sciolta. La fiamma della destra si e' spenta.
A Roma prende corpo definitivamente il PDL. Nasce un grosso contenitore politico, dove di destra c'e' veramente poco.
Se consideriamo che, a livello europeo, il piu' grande partito italiano, confluira' nel PPE, dobbiamo convenire che l'anima della destra nazionale di Almirante memoria, scompare definitivamente.
Il nuovo partito dovra' dal primo momento organizzarsi per guardare al futuro, un futuro immaginato anche senza la presenza ingombrante di Berlusconi.
L'attuale Premier, oltre ad esserne stato l'ideatore, e' l'assoluto collante di un movimento popolare dalle venature populiste, diventato assoluta e dominante forza politica e partitica.
I leader di AN, affermano che il PDL e' il naturale traguardo di tutte le forze moderate di destra del Paese.
Ma sarebbe nata questa forza, senza la presenza di Berlusconi? Siamo sicuri che tutti gli elettori di destra si sentano emotivamente coinvolti in questo movimento moderato?
Si tende a sottolineare che il PDL e' l'attuazione delle vecchie idee di Tatarelliana memoria.
Un tempo pero', il Movimento Sociale, a tutti i costi doveva smussare la sua dura corteccia nazionalista per cercare di uscire da un volontario oscurantismo separatista, per diventare un "normale" soggetto politico, capace di interloquire con gli altri partiti. Erano i tempi della prima Repubblica, caratterizzati dal dominio del penta-partito.
Poi a Fiuggi, ci fu la nascita di AN. La destra diventa forza moderna ma sicuramente non moderata. Abbandona i suoi scheletri nell'armadio ma non perde la sua identita'.
Oggi, con la nascita ufficiale del PDL o meglio, con la fine di AN, gli esponenti di quella che fu la spina dorsale della destra italiana, siedono allo stesso tavolo con gli ex democristiani, socialisti, liberali, repubblicani.
Per molti l'utopia si realizza. Prende corpo e muove i suoi primi passi, un grosso soggetto politico, attrattore di voti, consenso, rappresentativita' nazional-popolare, tenuto insieme nelle sue diversita' (al momento celate) dalla leadership indiscussa e incontrastata del suo stratega: Berlusconi.
Sicuramente pero', non si potra' piu' parlare di destra in Italia.

mercoledì 18 marzo 2009

NAPOLI. DEGRADO E ILLEGALITA' PROLIFERANO METASTASI

La notizia che ha fatto maggior rumore a livello nazionale, e' stata quella relativa all'arresto si 36 dipendenti del Comune di Portici, dopo che per mesi telecamere fisse, avevano filmato il loro assenteismo per così dire abitudinario, dalle loro pubbliche funzioni. Il provvedimento, nella sua completa applicazione ha riguardato circa 80 dipendenti.
I giovani del sud, sono costretti ancora ad emigrare, altri loro concittadini continuano invece, ancora a rubare. L'inchiesta infatti, ha focalizzato l'attenzione nel comune vesuviano ma poteva tranquillamente produrre gli stessi effetti, in tante altre amministrazioni, specie nei comuni piccoli.
Nel frattempo, nella zona del Vomero, quartiere conosciuto come zona "buona" di Napoli, ambulanti clandestini sia napoletani che extra-comunitari, assalivano le forze dell'ordine, nel caso specifico, i vigili urbani che controllavano la zona del mercatino di Antignano, per evitare appunto un'attivita' a chi non ne poteva avere i requisiti. In un primo blitz della Polizia Municipale, un agente finiva all'ospedale, con la mascella fratturata. Questa aggressione, segue quella dei parcheggiatori abusivi, i quali nei giorni scorsi, protestavano in modo non proprio urbano, per vedere riconosciuti i loro "diritti" all'illegalita' autorizzata.
In altre zone, come quelle di Poggioreale, San Pietro a Patierno, Viale Maddalena, con l'avvicinarsi dei primi caldi, scoppia nella sua drammaticita' il problema rom, una comunita' che per la tradizionale acquiescenza dell'amministrazione cittadina, si e' sviluppata in modo abnorme. Grossi accampamenti, privi di allacciamento alla rete idrica, fognaria, elettrica, con la presenza al loro interno di una grossa quantita' di rifiuti sversati, anche tossici, a breve saranno rimossi, con tutta la pericolosita' del caso, in termini di ritorsioni e rappresaglia della comunita' zingara presente al suo interno.
Nella zona orientale, Ponticelli, dove dovrebbe sorgere l'inceneritore cittadino - quello di Acerra non parte ancora - l'ammasso di rifiuti sversati illegalmente, continuia senza interruzione, nonostante il giro di vite in termini di provvedimenti penali da parte del Governo. Catapecchie bruciate, distese di monnezza, copertoni, materiali ferrosi, elettrodomestici, formano con il loro deplorevole ingombro, distese che creano allo sguardo umano solo un senso di imbarazzante sconforto. Inoltre, la ditta che si sarebbe dovuta interessare della bonifica, l'AG della zona del frusinate, sversava a sua volta illegalmente in una cava, in ciociaria.
Come nel famoso "rinascimento" Bassoliniano post G8, la citta' fu fatta vedere solo nelle sue parti migliori, frettolosamente tirate a lucido, nel post emergenza rifiuti, l'immagine del Vesuvio che domina il golfo alle spalle del Premier, ha in primo luogo lo scopo di oscurare il profilerare di metastasi di degrado e illegalita'.

domenica 15 marzo 2009

GOMORRA: SAVIANO FENOMENO, DI MEO CLONATO

Ho sempre considerato il fenomeno Gomorra come una forte estremizzazione mediatica, tale da sminuire anche l'indiscutibile coraggio dell'autore Saviano.
Sono intervenuto spesso su vari blog sia regionali che di dimensione internazionale per dire come alla lunga tale strumentalizzazione del messaggio di denuncia, potesse produrre un effetto ancor piu' negativo per l'immagine del territorio campano, vilipeso doppiamente proprio per la mancanza di alcumi elementi fondamentali nella stessa analisi dell'autore.
Quello che non sapevo e che ho appreso dai giornali, il Roma di Napoli del 15/03/09 (www.ilroma.net) nello specifico, e che Saviano ha preso spunto per la sua opera da tantissime inchieste giornalistiche di altri colleghi, solo che alcuni molto noti come Rosaria Capacchione vengono menzionati, altri come il cronista Simone Di Meo, al quale Saviano si avvicino' la prima volta come collega e dal quale ha attinto a piene mani, sono stati dolosamente omessi. Per tale motivo, a distanza di tempo, Di Meo si e' visto costretto a esporre denucia all'autore di Gomorra, citandolo per danni.
Ho sempre ribadito, che l'opera di Saviano e' monca di una parte. Lui non parla mai di Stato e di come lo Stato abbia anche prima del suo scendere in campo, agito con determinazione e continuita' nella lotta alla camorra. Lui in modo autoglorificante, si e' assurto a unico recuperatore delle anime perse, a insostituibile moralizzatore delle coscienze, a imprinscindibile e univoco simbolo della lotta al crimine, dimenticando tutti coloro i quali, nel silenzio, e con grossi rischi, operano lontano dai riflettori (riflettori di cui anche lui e' rimasto vittima) per dare ancora speranza ad una terra martoriata.
Ha emesso dure sentenze anche contro la stampa locale, accusandola di essere al soldo della camorra, di essere collusa, per il modo di come trattava gli argomenti di cronaca. Ha condannato il mondo dell'avvocatura - specie il Foro di Santa Maria - nel suo tentativo di dividere le coscienze tra gomorristi e antigomorristi.
Nell'articolo del Roma, c'e' un' altra precisa analisi sulla quale non mi ero mai soffermato, a cura del prof. Amato Lamberti, fondatore dell'Osservatorio sulla camorra. Saviano non ha mai epressamente indicato nomi di politici. Come puo' impiantarsi un sistema camorristico, in modo così capillare, esteso, senza la complicita' e l'acquiescenza dell'apparato politico? Come potevano i vertici delle organizzazioni malavitose, gestire rapporti personali, diretti, quasi diplomatici con banchieri, finanzieri, potenti uomini d'affari di mezzo mondo? Saviano e' un cronista o un narratore?
Se la camorra come afferma Saviano, si e' espansa in modo modernamente imprenditoriale, inevitabilmente ha usufruito del sostegno e dell'appoggio dell'apparato politico-istituzionale.
Anche per tale motivo, l'opera di Saviano andrebbe notevolmente ridimensionata.

sabato 14 marzo 2009

TRANSIZIONE

Un viaggio mi attende. Lungo, estenuante, pieno di incertezza.
Improvvisamente, riferimenti solidi mi vengono a mancare, si dissolvono.
Certezze di una vita, vacillano, piegate dal peso di una realta' difficile.
Il faro che mi dava sempre riferimento, non emana piu' luce.
Il buio sembra piu' buio, se la notte non ha piu' stelle.
Il fuoco non arde come prima, la fiamma ora e' debole.
Il mare e' agitato anche se non c'e' vento.
Il cielo e' azzurro ma non scorgo piu' il sole.
Intorno a me vedo tanta gente, indistinte sagome in movimento.
Sento loro parlare ma non ascolto, assorto nei miei pensieri.
Pensieri che vivo come transizione, trapasso, metamorfosi.
Provo a proiettarmi in avanti ma qualcosa non e' piu' con me.
Binari saldi, improvvisamente diventano sentieri tortuosi.
La primavera aprira' le gemme ma non avra' le stesse rondini.
I frutti in estate, saranno colti da nuove mani.
Le messe saranno celebrate da altri pastori.
Qualcosa in me, non sara' piu' come prima.

mercoledì 11 marzo 2009

NAPOLI: SCANDALI, RITARDI, TEATRO

Appena spenti i riflettori sulla vicenda Romeo, con l'imprenditore tornato agli arrestri domiciliari e la Giunta Comunale salvatasi sul filo di lana, nonostante i tanti indagati, grazie al tour de force natalizio di Rosetta Iervolino, ecco scoppiare nella sua indecenza un'altra vicenda di mazzette.
Questa volta l'accusato e' l'ex Assessore ed ex Capo della Segreteria della Iervolino, Luca Esposito, dimessosi gia' nel dicembre del 2007.
Lui ed altri funzionari del Comune avrebbero ricevuto in piu' occasioni mazzette e svariati regali per facilitare le aggiudicazioni di appalti a ditte amiche.
Ormai lo scandalo qui a Napoli e' diventato abitudine, norma. C'e' assuefazione al malaffare.
L'emergenza rifiuti e il disastro in cui versa la sanita' Campana, non sono che punte di un iceberg fatto di vergognose prassi (consulenze manageriali), marce consuetudini (spese di rappresentanza - appartamento a New York del Governatore) bieche manifestazioni del potere di casta (nomine e assunzioni di familiari) che da queste parti, essendo gestito dagli stessi uomini da quasi un ventennio, diventa tirannia dinastica.
Nel frattempo il Consiglio di Stato, ribalta la sentenza del Tar Campania in merito alla vetusta questione di Bagnoli. Il porto canale, con conseguente aumento della recettivita' per i natanti e l'ipotesi di realizzazione di alberghi sul litorale, vengono bocciati. Gli ambientalisti esulteranno. Di sicuro, dopo lustri di progettualita', la parte occidentale di Napoli, dove insisteva l'acciaieria dell'Ilva, va nuovamente ridisegnata. I ritardi per tale riconversione, diventano cronici. La societa' creata all'uopo, la Bagnolifutura, resta appunto un'altra forma di legalizzato sperpero "futurista" di danaro della comunita'.
Per concludere vi segnalo una vicenda tutta napoletana, degna del miglior teatro tragicomico Eduardiano.
A Napoli, nel quartiere di Soccavo c'è un ufficio postale, l'Agenzia 62, che è chiuso al pubblico dal 21 febbraio. Perchè?
Perchè in quella data ci fu una rapina. Da allora gli impiegati affermano di essere sotto "shock" ritenendo piu' utile per la loro salute rimanenrsene a casa, perche' "traumatizzati".
Gli altri pochi impiegati che si presentano regolarmente al lavoro, non bastano per garantire l'apertura dell'ufficio. Gli sportelli restano di fatto chiusi
Vi sembra una cosa normale? Accadrebbe in altre citta?

lunedì 9 marzo 2009

NE' RIVOLUZIONE, NE' GLOBALIZZAZIONE

Oggi, la forte crisi economica globale, alimenta nuovamente un fermento di rivolta sociale, un sentimento di vera rivoluzione di massa.
A mio avviso, la rivoluzione non puo' essere piu' riprodotta. Oggi assistiamo anche al tramonto dell'elemento cardine di cio' che alimentava la protesta: il capitalismo, nemico di un'epoca, e' finito, dissolto.
La classe operaia non c'e' piu', poiche' non c'e' piu' quella degli imprenditori.
Morto il comunismo, e finito il capitalismo, muore anche la classe operaia, quindi con essa anche l'ipotesi di rivoluzione.
La rivoluzione lustri or sono, per quanto riguarda il nostro Paese, si e' realizzata non solo contro il sistema economico ma anche contro quello politico-istituzionale, per mezzo di manifestazioni cruente portate avanti in tal senso, con una vera strategia della tensione (gli anni di piombo).
Oggi anche la politica e' debole, quindi non vi e' piu' ragione di combatterla.
Oggi a livello insurrezionale, rischieremmo l'ipotesi di un golpe militare, poiche' la violenza sociale e la corruzione politico-amministrativa e' assai diffusa. Come spesso ho affermo da questo spazio, c'e' piu' liberta' in uno stato militarizzato che in una democrazia epurata dei suoi principi fondamentali.
La forte crisi economica mondiale, ha prodotto anche un effetto di "de-globalizzazione". Ogni paese sta intervenendo in primo luogo per le proprie economie interne. Tutte le grosse potenze occidentali, puntano su piani di nazionalizzazione. Anche a livello finanziario, le banche annullano o riducono notevolemente i propri investimenti all'estero. Cio' avra' ricadute sulle economie in via di sviluppo (Cina e India) e conseguenze piu' pesanti su quei paesi che per la prima volta si avvicinavano ad un sistema economico capitalistico (l'est europeo).
Si e' atteso tanto la fine del comunismo. Nell'89, ci fu la caduta del muro di Berlino, culmine di una lunga fase di evoluzione sociale e politica.
Oggi assistiamo impotenti alla fine del capitalismo. Negli stessi stati dell'est europeo, si protesta contro i governi democraticamente eletti, ben presto diventati lobbies di potere.
Una cosa e' certa. Viviamo impotenti, una fase di crepuscolare e progressivo decadimento.
Se esplodera' nuovamente la protesta, questa non sara' piu' politica, ma anarchico-insurrezionale, espressione autonoma di soggettiva ribellione sociale.
Non si combattera' contro un nemico ideologico. Si combattera' contro il proprio disagio, male di un'epoca.


domenica 8 marzo 2009

8 MARZO. DONNA, CREATURA INDISPENSABILE

Nel buio siete luce intensa, luminosa aurora d'agosto

Nelle giornate in cui vediamo nero, siete acquarello dai colori vivaci

Nel freddo tagliente, siete accogliente tepore

Nell'arido deserto, siete fresca acqua rigenerante

Nel frastuono assordante, siete quieto silenzio

Nella malinconica tristezza, siete coinvolgente sorriso

Quando ci perdiamo, siete la nostra indispensabile bussola

Donne, senza di voi, non saremmo nulla

sabato 7 marzo 2009

ELETTI ED ELETTORI: LA DISTANZA AUMENTA

Gli appuntamenti elettorali di giugno mettono in moto i preparativi del caso. I partiti sono in fermento, si dovranno scegliere i candidati, le liste, aprire circoli e sezioni.
Anche l'elettore inizia ad interessarsi a tali iniziative, anche se, e' sempre piu' distaccato il suo coinvolgimento. La politica ha stufato il cittadino.
Si programmano una quantita' enorme di congressi, riunioni, appuntamenti, discorsi di piazza. Adunanze condominiali, parrocchiali, sindacali, aziendali. Feste private in circoli, clubs, auditorium.
Tutto questo frenetico movimento organizzativo, e' composto da un soggetto proponente, il candidato, ed un soggetto ricevente, l'elettore.
Sappiamo che spesso, il candidato ha una sua storia, un suo passato. Sovente si e' trasferito o fatto "traghettare" da un partito all'altro, per questioni strategiche.
Cio' che va sottolineato, ed e' preoccupante, e' che il soggetto ricevente, l'elettore, e' colui che a bocce ancora ferme, in una inconscia ricerca di illusoria sistemazione soggettiva, si avvicina a tali contesti con la speranza di trovare una propria realizzazione personale.
La politica viene improvvisamente percepita come miracolosa manna caduta dal cielo, una sorta di "atlantide rigenerante".
I soggetti riceventi poi, appartengono a due categorie: il soggetto ricevente deciso, colui che nell'80% dei casi si esprime sempre alla stessa maniera ed il soggetto ricevente indeciso, portato all'appuntamento di turno, da un altro indeciso, nel tentativo di trovare (entrambi) " sistemazioni illuminanti".
La cosa avvilente, e' che i soggetti proponenti (venditori di fumo) sono diventati tanti e i soggetti riceventi indecisi hanno iniziato a "fluttuare" con intensita' crescente, aumentando cosi' la loro indecisione.
Nel corso del tempo, tale "anomala fluttuazione" e' avvenuta in forma meno partecipativa e sempre piu' passivamente interessata. I soggetti riceventi hanno compreso che quelli proponenti vendevano solamente "fumo demagogico".
L'elettorato improvvisamente acquisisce una certezza: dalla politica e' meglio stare alla larga.
L'eldorado (di privilegi) esiste solo per i soggetti proponenti; i politici, divenuti casta di potere.

mercoledì 4 marzo 2009

I SOLDI SONO PROPRIO FINITI

L'economia non da segni di ripresa. Anzi, le previsioni per il 2009, vengono ritoccate verso il basso.
L'Europa e' ferma, l'Italia lo e' di piu'. Che fare? Le borse internazionali, in caduta libera, continuano a dissolvere denaro, influenzando negativamente una economia reale la cui produzione e' ai minimi storici.
Il Governo italiano continua nella sua opera di persuasione e profusione di ottimismo forse, per autoconvincersi per primo che gli orizzonti sono meno cupi di come appaiono a tutti.
Si ripete che il sistema bancario nazionale e' solido e che si deve dare credito alle imprese, specie le piccole, vera ossatura del sistema economico italiano. Ma le banche a quanto pare, rimangono rigide sulle proprie posizioni, non concedendo facilmente fiducia ai propri clienti.
L'opposizione viene accusata dal Governo di fare demagogia, proponendo un assegno di disoccupazione a garanzia di tutti coloro che a breve, perderanno il proprio posto di lavoro.
A sua volta, il Governo viene accusato di continuare a fare propaganda elettorale, annunciando programmi faraonici per il rilancio dell'economia. Si vuole puntare sulle infrastrutture annunciando per l'ennesima volta, l'inizio dei lavori per il Ponte sullo Stretto - quando in Sicilia c'e' ancora una linea ferroviaria a binario unico, risalente all'epoca Borbonica - o la realizzazione di decine di centrali atomiche- il Paese si spacchera' nuovamente.
Nel frattempo l'economia continua a contrarsi. Vengono prese dal Governo decisioni importanti per il rilancio del settore auto. La Fiat si avvantaggera' delle solite politiche di rottamazione o di accordi ancor piu' importanti di collaborazione con il settore auto negli Stati Uniti - non ci saranno effetti positivi sull'occupazione in Italia - ma per quanto riguarda la crisi dello stabilimento di Pomigliano che rischia la chiusura, le decisioni spetteranno all'amministratore delegato Marchionne, il quale fa sapere che Pomigliano chiudera' se il mercato non rispondera' adeguatamente - cosa assai probabile.
Anche gli statali sono a rischio, specie nella scuola. Adesso pare che anche il sindacato sia concorde ad alzare l'eta' pensionabile delle donne, unico metodo per trovare fondi a garanzia delle fasce sociali piu' deboli.
Come scrissi nel post sopra-linkato, i soldi sono proprio finiti. Per vederli, bisognera' fabbricarli.

domenica 1 marzo 2009

LE RONDE A NAPOLI? MA MI FACCIA IL PIACERE..

Si parla tanto di sicurezza in Italia.
Se ne parlo' fin troppo, durante la passata campagna elettorale, come elemento portante dell'attuale Governo che vedeva il Paese in balia di criminali senza scrupoli pronti a tutto(faccio notare pero', che l'indulto che prosciugo' le carceri superaffollate, fu votato anche dalla stragande maggioranza degli attuali governanti).
Il problema sicurezza non e' stato domato, ne' circoscritto. La delinquenza imperversa, specie nelle grandi citta', dove i poliziotti di quartiere non hanno portato gli effetti sperati.
Aumentano gli stupri, le rapine, gli omicidi, gli atti di pedofilia commessi sia da extra-comunitari che da cittadini italiani. Le citta', a causa anche della crisi economica che non porta la gente a uscire di casa, diventano dei dormitori. La sera cala una sorta di coprifuoco, generando in tal modo, l'ambiente ideale per compiere piu' facilmente qualsiasi tipo di crimine.
Adesso si vuole risolvere il problema con le ronde. Per me sarebbe meglio aumentare il personale di polizia, dotarlo di maggiori mezzi e di maggiori risorse.
Come controllare il territorio metropolitano affidando la protezione dello stesso a persone non preparate? Si parla anche di personale di pubblica sicurezza in pensione. Appunto. Un pensionato si metterebbe a rischiare la propria vita per scoraggiare un malfattore senza scrupoli, spesso sotto l'effetto di alcol o stupefacenti, dal commettere crimini efferati? Penso che si aprirebbero scenari da far west dove sarebbe molto difficile stabilire il confine della legalita', con ulteriore dispersione di lavoro da parte delle forze di polizia ufficiali.
Vi immaginate poi, le ronde a Napoli? Io non ci riesco proprio.
Di notte uomini di mezza eta', insieme a qualche soggetto fanatico in cerca di protagonismo all'Indiana Jones, dovrebbero presidiare zone come Scampia, Forcella, la Sanita', il Vasto, la Stazione Centrale il quartiere Barra-Ponticelli? Per non parlare di altre aree fuori provincia, come quella dell'Aversano, le sperdute lande dei Mazzoni?
Spesso in queste aree le stesse forze dell'ordine devono affrontare e sedare vere e proprie azioni di rappresaglia portate contro di loro dagli stessi residenti, a difesa di delinquenti senza scrupoli, spesso pericolosi criminali, per evitare che gli stessi vengano assicurati alla giustizia.
Penso che qualsiasi iniziativa in tal senso, debba purtroppo confrontarsi con la cruda realta' napoletana, dove coesiste in un coacervo di radicata, diffusa e capillare devianza, un pericoloso mix criminale dal contenuto altamente esplosivo.
Credo che queste iniziative da repubblica delle banane, non siano proprie adatte ad una metropoli come Napoli, dove esiste una criminalita' spietata come Chicago, un'anarchia sociale tipica di Mogadiscio, un narco traffico senza scrupoli degno della peggiore Medellin.