mercoledì 31 dicembre 2008

BUON 2009, NAPOLI

Cara Napoli,

quest'anno per te e' stato davvero difficile.
Sei finita su tutti i giornali e in tutte le trasmissioni televisive del pianeta per gli orribili scenari da inferno dantesco, relativi alla vergognosa ed infinita emergenza rifiuti.
Oltre alle reali difficolta' materiali, hai dovuto sopportare il fango gettato su di te senza pudore, da tutti i media internazionali, fango che ben presto si e' trasformato in sabbie mobili, dalle quali stai con tutto il tuo sforzo, cercando di uscire, tentando di vedere ancora una fievole luce, indicatrice di un nuovo sentiero da percorrere.
Anche quest'anno hai dovuto piangere i morti ammazzati dalla camorra. Sei divenuta il simbolo del malaffare, della violenza organizzata, del crimine efferato, senza scrupoli, senza coscienza.
Su tali drammatiche scene di quotidiana decadenza, sono nati dei filoni narrativi che hanno avuto il merito ed il coraggio di porre in modo diretto, crudo, il roboante effetto di denuncia contro tali nefandezze ma che al tempo stesso hanno innescato inconsapevolemnte, un volano di ulteriore e crepuscolare decadimento per la citta' e l'intera regione.
Tali bubboni hanno messo da parte, sottacendole, altre tue quotidiane e ordinarie mancanze.
Il lavoro, le infrastrutture, lo stato di abbandono delle periferie, il degrado piu' o meno diffuso, il livello dei servizi quasi da terzo mondo. Non a caso sei ulteriormente scivolata in basso, nella classifica che misura il livello della qualita' della vita percepita. Tu insieme alle altre province campane, del resto, non hai mai fatto parte della zona alta di questa graduatoria, a testimonianza che i problemi di cui soffri, sono malesseri diventati ahime', cronici, radicati, atavici.
In questa parte finale dell'anno poi, anche le vicende relative alla condotta dei tuoi amministratori, non ti hanno messo in buona luce.
Scandali, dimissioni, arresti, avvisi di custodia cautelare, sono diventati lo scenario dominante delle tue giornate, uno scenario che va ad aggiungersi alla gia' pesante situazione economica. La crisi infatti, qui e' percepita in modo maggiore, proprio perche' tra i tuoi cittadini, e' ampia la percentuale di quelli piu' deboli, quindi piu' esposti.
Eppure a me fa piacere ricordarti per la tua bellezza, il tuo fascino inimitabile, la tua secolare storia, la tua ricca cultura, la tua grandezza fatta anche dalle tue molteplici contraddizioni.
A San Valentino ti scrissi come un innamorato, oggi mi rivolgo a te come un figlio.
Si perche' tu mia cara Napoli, mi hai dato i natali, io sono legato a te, come un tuo pargolo.
Per me tu sei, anche se invecchiata ed acciaccata, la mamma piu' bella del mondo.
Tanti auguri, Napoli. Buon 2009!

domenica 28 dicembre 2008

IERVOLINO: CAPODANNO COL BOTTO

Natale e' un momento di riflessione, di pausa, di meritato riposo.
Si pensa a mangiare il panettone, a giocare a tombola con gli amici, a consultare gli oroscopi, magari godendosi qualche giorno di vacanza lontano dalla propria casa.
Anche i nostri "amati" politici in questo periodo si concedono una pausa per così dire meritata... dopo un anno di grosse "fatiche".
Eppure c'e' un personaggio politico, una donna, che in questi giorni sta lavorando in modo incessante. Lei e' Rosa Russo Iervolino, il Sindaco di Napoli.
Il suo e' un lavoro di cucito, di snervanti trattative, da realizzare in un brevissimo lasso di tempo.
Frenetici, continui, sono i suoi spostamenti nella capitale, dai vertici del partito - a sua volta spaccato da Di Pietro e indebolito anche dalle vicende abruzzesi - per riferire circa questa sua estenuante partita a scacchi, nel tentativo di rimettere al giusto posto tutti i tasselli di un puzzle inprovvisamente frantumatosi.
C'e' da organizzare in tempi record, l'ennesimo rimpasto alla giunta. Entro marted' 30 dovra' essere presentata la nuova squadra, "dimagrita" nei suoi componenti. Pare che questa volta il Sindaco abbia pensato a nomi illustri del mondo della cultura e della societa' civile napoletana.
Si parla dell'economista Francesco Boccia, del filosofo Eugenio Mazzarella, del Presidente della fondazione Banco di Napoli, Adriano Gianolla, della sociologa Enrica Amaturo, della sindacalista Anna Rea, del giuslavorista Mario Rusciano.
Il Sindaco ha lavorato alacremente per sparare i suoi botti di fine anno. Chissa' se il botto non lo fara' lei, nel caso non riuscisse ad avere questa agognata fiducia.
Se i magistrati si sono concessi pochi giorni di pausa nell'inchiesta napoletana che riguardava l'imprenditore Romeo attualmente in carcere e coinvolgeva parte dei suoi assessori, il Sindaco e' andata avanti nel suo quasi utopistico progetto di far rimanere a galla una giunta consiliare che ormai fa acqua da tutte le parti.
Anche se riuscira' nel suo intento, ormai politicamente, la citta' non la segue piu'.
Lei avra' sicuramente le mani candide ma al tempo stesso i suoi occhi sono accecati anzi, bendati, per non riuscire a scorgere la distanza tra il palazzo e l'umore della citta'.
Napoli vuole voltar pagina. E' stanca di questi politici ormai desueti per la citta'. Il Sindaco vuole percorrere questa strada solitaria, quasi romantica, per dimostarere al mondo intero la sua estraneita' alle brutte vicende che hanno gettato altro fango sull'amministrazione cittadina.
Servira' la sua caparbieta' per coprire il fallimento di un'intera classe dirigente?
E' possibile che non riesca a capacitarsene?
Significativa, folkloristica ma forse inutile l'iniziativa delle associazioni dei consumatori, pubblicizzata anche su facebook che grideranno il loro sdegno il 31 dicembre sotto Palazzo San Giacomo, gettando in aria le loro scarpe in segno di protesta.
Io per questo sindaco, non prenderei freddo ai piedi.

mercoledì 24 dicembre 2008

E' NATALE! REGALIAMOCI UN SORRISO


E' arrivato il Natale!
E' giunto veloce, piu' veloce del solito, consentendoci pero' un momento di fugace riflessione.
Tutti corriamo, siamo compressi dai nostri ritmi incessanti, dalle nostre quotidiane arrabbiature.
Quest' anno poi, tutto ci sembra meno coinvolgente, piu' distante, meno vissuto.
Le feste giungono in un momento difficile. Ognuno, salvo eccezioni, ha fatto delle rinunce.
Proprio per tali motivi, di questo Natale dovremmo scoprire i suoi valori piu' autentici, genuini.
La famiglia, le persone a cui teniamo, gli amici quelli autentici, tutti coloro che per un attimo ci hanno permesso di sorridere.
Si, perche' il sorriso e' fondamentale nella nostra vita. Ultimamente pare, sia un'espressione del nostro viso, una luce del nostro sguardo non piu' prodotta da tutti noi. In giro c'e' tanta tristezza, tanta aggressivita', spesso prodotta dalle stesse persone per così dire, piu' fortunate.
Sorridere e' aprirsi all'altro in modo positivo cercando di creare rapidamente una sana empatia.
Sorridere e' un modo di farsi scivolare velocemente da dosso un torto subito, una critica affrettata.
Illuminare il nostro sguardo, da luce a chi ci sta accanto, proiettando verso l'esterno un senso di serenita'. A volte questa e' difficile trovarla, ci sembra smarrita ma incupirci in lugubrazioni introspettive, certo non ci fa risolvere il problema.
Sorridere e' un modo per sdramatizzare, coprendole, situazioni anche complesse.
Solitamente, chi non ha piu' nulla, di certo non perde il suo sorriso, sua fonte di richezza.
E' Natale. Oltre ai regali piu' o meno costosi che ci scambieremo in base alle nostre possibilita', regaliamoci un sorriso. Faremo il regalo piu' bello alle persone che sono intorno a noi.
Buon Natale a tutti.
Sorrisi,
Angelo

sabato 20 dicembre 2008

CASAL DI PRINCIPE. NON SOLO GOMORRA


Questo video mostra un altro volto di Casal di Principe.

Certo, si potrebbe vedere soltanto il tentativo diretto di pubblicizzare la mia azienda.

Cio' non si puo nascondere. Ma c'e' anche la mia volonta' di lanciare un altro messaggio.

Un messaggio di ottimismo per un territorio che non vuole perdere la speranza di un cambiamento.

C'e' anche la volonta' di infondere una diversa immagine per l'intera regione, fin troppo vituperata ultimamente.

Non dobbiamo perdere il coraggio di condannare cio' che di marcio esiste nel territorio.

Dobbiamo altresì infondere messaggi di positivita' e speranza.

Questo video ha anche questo obiettivo. Propagare il riscatto di una terra.

Casal di Principe non e' solo gomorra

giovedì 18 dicembre 2008

SINDACO, FACCIA UN PASSO INDIETRO

Napoli si trova nuovamente al centro delle cronache. Questa volta sono i provvedimenti giudiziari piombati su palazzo San Giacomo a tenere banco. Le Istituzioni cittadine tremano.
Storie di appalti truccati, condizionamenti sulle gare di assegnazione dei lavori, tangenti, turbative d'asta.
Al momento ci sono 13 ordinanze di custodia cautelare ed un arresto che riguarda il titolare della ditta appaltatrice, Alfredo Romeo, titolare della Glogal Service, ditta che aveva una grossa ingerenza nella manutenzione del patrimonio pubblico, a livello non solo locale.
Sulla fosca vicenda napoletana tutte le parti politiche e sociali della citta' e non solo, esprimono la propria opinione. Io ritengo di farlo da questo spazio.
Spero che l’ultima parola rimanga alla Iervolino, nel senso che il Sindaco debba rispondere solo alla propria coscienza, senza interferenze che potrebbero provenire dalla sua stessa corrente.
Lei e’ una donna intelligente, esperta, al di sopra di ogni sospetto. Afferma di avere le mani pulite, assolutamente candide. Credo nella sua buona fede. La vicenda non la tocca. Non per questo la deve rendere avulsa, asettica, dal contesto in cui e’ scivolata la citta’.
Lei dovrebbe capire che e’ giunto il momento di fare un passo indietro. Cio' non significherebbe gettare la spugna. Non si tradurrebbe in un abbandono o nel tradimento della propria giunta.
Lei dovrebbe capire, e lei lo sa, che una fase politica e’ finita, purtroppo in malo modo.
Il Sindaco dovrebbe avere il coraggio di voltar pagina, annunciando le sue dimissioni e sciogliendo la giunta. Dovrebbe compiere questo gesto, come ultimo nobile atto verso la sua Napoli.
Lo dovrebbe fare proprio per l’onesta del suo lavoro, per l' impegno sempre prodotto per questa citta’. Intestardirsi in modo orgoglioso a continuare, farne una questione personale, potrebbe risultare controproducente per l'immagine sua, del suo partito e della citta'.
Dovrebbe compiere uno sforzo interiore, introspettivo, non vedendosi esclusivamente una rappresentante delle Istituzioni, appartenente ad una precisa parte politica ma ricordandosi di essere prima di tutto, una cittadina napoletana.
Per l’amore della sua citta’, dovrebbe lasciare. Questa decisione non sarebbe vista come una sconfitta ma come un gesto di saggezza. Sicuramente un'alta testimonianza di democrazia.
La giustizia deve fare il suo corso. E' necessario che il Sindaco si assuma una grossa responsabilita' politica per permettere alla sfera penale di poter agire piu' liberamente.
Sarebbe triste e fin troppo strumentale poi, appellarsi a teoremi costruiti su passive strumentalizzazione personali e sterili vittimismi moralistici, per giustificare la conseguente sconfitta inappellabile di tutta la sua corrente, nel caso, molto propabile, che l'azione giudiziaria prevalesse su quella politica.
Il suo gesto farebbe assumere a tutti grandissime responsabilita’. Non solo stimolerebbe maggiormente le donne e gli uomini onesti e laboriosi della sua parte politica che credono ancora nel proprio lavoro e che vogliono ancora impegnarsi per questo territorio.
Il suo passo indietro provocherebbe la definitiva presa di coscienza del peso e del valore dei suoi avversari che non e’ detto siano realmente pronti ad affronare questo cambio epocale.
Politicamente, storicamente, bisogna porre un fine a questa esperienza, arrivata al suo capolinea ahime', in un modo non proprio esemplare.

lunedì 15 dicembre 2008

IL NAPOLI VOLA. LA CITTA' RESTA A TERRA

Con la netta vittoria sul Lecce e la concomitante sconfitta del Milan subita dalla Juventus, il Napoli si posiziona al 3° posto della classifica di serie A. Gli azzurri sono a tutti gli effetti accreditati al raggiungimento di un posizionamento in Champion.
Se si pensa che solo 4 anni or sono, la squadra militava in serie C, tali successi sembrano avere del miracoloso.
Invece no. La Squadra e' stata presa per mano da un nuovo presidente, Aurelio De Laurentiis che ha investito in questa citta' all'indomani del fallimento della precedente societa' sportiva, non ricevendo di certo un regalo, come al solito capita in questi casi. La nuova societa' fu acquistata nel 2004 per 31 milioni di euro, senza che vi fossero ne' una sede sociale, ne' i campi dove potersi allenare.
Il presidente si e' affidato a due uomini fondamentali per il rilancio tecnico.
Uno e' Reja. L'allenatore e' arrivato dopo la breve e sfortunata esperienza di Ventura. Tecnico non appariscente ma pragmatico e razionale. Un uomo concreto. Un friulano schivo ma testardo, fin troppo per il suo credo tattico, ma adatto alla piazza napoletana, facile ai surriscaldamenti e alle repentine depressioni.
Ma il vero stratega di tale ascesa e' stato il Direttore Generale Pierpaolo Marino, gia' presente nello staff del Napoli, ai tempi del primo scudetto.
Mago del mercato, abilissimo scopritore di giovani talenti. Marino oltre a competenze specifiche, ha assicurato un grosso apporto alla societa', per la sua conoscenza dell'ambiente partenopeo.
Il Direttore ha spesso fatto da filtro, intercettando e smussando gli umori della stampa e della tifoseria; al tempo stesso ha agito da collante tra la squadra e la proprieta', a volte un po' "istrionica" nelle sue dichiarazioni.
Il Napoli e' cresciuto notevolmente. I talenti scoperti lo scorso anno come Hamsik, Lavezzi, Gargano, Santacroce, oggi sono delle realta'. Nuovi acquisti come Denis e soprattutto Maggio, si sono rivelati delle piacevoli certezze.
Al momento la squadra concede a noi napoletani ed alla citta', episodiche dosi di dignita', orgoglio e allegria ma, in nessun modo, ne puo' determinare il riscatto. Anzi, ne evidenzia le contraddizioni, i ritardi, crudi ed inequivocabili indicatori di questo triste momento crepuscolare.
Vera managerialita', programmazione, organizzazione, bilancio in ordine, scelte di uomini determinanti, conquista di risultati, sono capisaldi ormai sconosciuti in citta'.
Napoli si trascina nella sua agonia. Non si ha il coraggio di voltar pagina, di iniziare da zero.
Ma pur volendo osare, ci sarebbero dei "de laurentiis" della politica, di qualsiasi colore, dotati di personalita' di spessore e di competenze qualificate per consentire questo decollo?

domenica 14 dicembre 2008

TELETHON 2008. AIUTIAMO CHI SOFFRE

Questo Natale non si preannuncia felice per tutti.
Nonostante il periodo di crisi, dovremmo guardare chi patisce altre sofferenze e aprire i nostri cuori per dare ad altri una speranza.
Come ogni anno Telethon raccoglie fondi per la ricerca, contro la distrofia muscolare ed altre malattie genetiche.
La nobile iniziativa, giunge alla sua 19/ma edizione.
Quest'anno aiutare le persone meno fortunate, ha un significato ancora maggiore.
Donare nonostante le difficolta', rende il nostro gesto piu' importante.
Dinanzi a drammi umani ed esistenziali così profondi, gli altri problemi passano in secondo piano.
Per tale motivo sosteniamo la raccolta, anche con un piccolo contributo, simbolico ma prezioso.
Daremo speranza a chi forse l'ha persa.
Daremo un sorriso a chi lo cerca da tempo.
Daremo forza a chi combatte contro un male e spesso si sente perduto.
Daremo sostegno a chi con la ricerca tenta di alleviare o sconfiggere questi mali.
Posso dire con orgoglio che Napoli nonostante le sue difficolta', e' tra le citta' piu' generose.
Cerchiamo quest'anno, di esserlo tutti di piu'.
Per seguire la maratona iniziata venerdì, ci si puo' collegare con i canali della Rai, secondo il palinsesto di programmazione, i 3 canali radio-Rai e per la prima volta anche tramite web, cliccando il sito www.youtelethon.it
Chiaramente importantissimi gli sms con cui si puo' donare soli 2 euro, al numero 48548.
Per tutte le altre informazioni basta andare su Google, scrivendo telethon 2008.
Aiutiamo la ricerca.
Tutti i nostri piccoli aiuti, diventeranno un grande e prezioso gesto di solidarieta'!

giovedì 11 dicembre 2008

LASCIAMO CUOCERE IL POLPO NELLA SUA ACQUA

Chi mi segue sa che gli argomenti che tratto, non sono solo attinenti alla sfera politica.
Gli accadimenti di questi ultimi giorni in Campania pero', riguardanti gli amministratori locali, non possono essere sottaciuti.
Nella regione si vive un brutto momento. Non e' solo l'effetto della crisi economica. In Campania si stanno dissolvendo nel nulla i principali riferimenti politici che da lustri governano il territorio.
Inchieste giudiziarie, dimissioni repentine, frettolosi reimpasti, accuse intestine, tradimenti inaspettati, contrapposizioni laceranti, sono il contesto di uno scenario diventato cupo, con nello sfondo una classe dirigente e governante, impegnata in un duro muro contro muro, senza esclusione di colpi.
I leader nazionali del centro-sinistra glissano sulla questione, facendo orecchie da mercante ma indirettamente, ne accentuano le spaccature. L'opposizione vuole le dimissioni. Lo vogliono molte associazioni del territorio e la stragande maggioranza della popolazione. Anche la Curia locale, per la prima volta, fa sentire un certo distacco verso gli attuali governanti.
Anch'io ero di questo parere. Dico ero, poiche' mi sono reso conto che cio' e' un auspicio impossibile da realizzare. Anzi, questa spasmodica ricerca di dimissioni, rafforza il senso di inamovibilita' di chi vuole proseguire ad oltranza, fino all'ultimo giorno del proprio mandato che ahime', e' ancora lontano.
La questione manco a dirlo e' politica ma assume connotazioni sociologiche. Chi ha guidato il territorio per decenni si sente legittimato ad esserne l'unico artefice, nel bene o nel male. Il resto non conta.
Io proporrei allora, come si dice a Napoli, di lasciar cuocere " o purpo rinta l'accua soia" nel senso di far accentuare questa triste agonia, con una lenta "cottura politica" senza aggiungere condimento alcuno, come si fa per il polipo, per far ammorbidire lentamente la rigida nervatura tentacolare che questi mestieranti della casta hanno proteso da anni sul territorio, blindando la quasi totalita' degli enti e delle amministrazioni locali.
Bisognerebbe trovare un pentolone gigantesco dove immergere vecchi e nuovi volti di questa immobilizzante corrente politica, ormai desueta per il territorio. Far cuocere nel loro brodo, politici, imprenditori, borghesia eletta, intellettuali schierati che hanno avuto l'unico obbiettivo di conquistare un sempre maggior potere personale, con l'espediente dell'affarismo dirigista, divenuto sistema.
Come il governo Prodi, implose con il botto tipico delle pentole a pressione, il governo locale lo fara' con una cottura piu' lunga, dove il rumore del pippiar della pentola, non sara' altro che il lamento della loro sconfitta.

mercoledì 10 dicembre 2008

C'E' DIOSSINA E DIOSSINA

Come al solito, il nostro Paese da prova di masochismo mediatico.
I grossi rischi per la presenza di diossina nella carne di miaiale e in parte anche in quella bovina, proveniente dai ridenti, verdeggianti ed incontaminati pascoli dell'Irlanda, passono in secondo piano, trovano poco spazio nei telegiornali e nei quotidiani non occupano le prime pagine.
Si parla solo di crisi, quindi privarsi di qualche cotechino a Natale e' una rinuncia non proprio sofferta.
Gli organismi di controllo sanitario nazionale, affermano che non c'e' nulla che possa far temere circa le nostre abitudini culinarie. Nessun allarme. Le stesse autorita' sanitarie affermano che qualora si consumassero parti contaminate, i rischi sono nulli, poiche' se ne dovrebbe fare un'assunzione costante per un periodo di 40 anni continuati. Si aggiunge che tutti i prodotti derivati dal suino, sono nella quasi totalita' italiani.
Appunto c'e' un quasi. Secondo dati ufficiali della Comunita' Europea infatti, l'Italia solo dal 1° settembre ad oggi, ha importato 1.467 tonnelate di suino irlandese. Dove e' finita tutta questa carne? Sono stati prodotti solo bocconcini di carne per cani? E se così fosse, non dovremmo comunque preoccuparci per i nostri amici a quattro zampe?
Sempre secondo questi dati, la sola Emilia Romagna sempre dal 1° settembre, ha importato 225 tonnelate, destinate a sei grossi stabilimenti di trasformazione. Una parte del prodotto ancora nelle celle frigorifere e' stata sottoposta a sequestro. La rimanente dov'e' finita?
Con molta pacatezza espressiva - nel mio cuore c'e' una rabbia irrefrenabile - faccio notare che quando ci furono i casi di diossina nella mozzarella campana, in special modo in quella aversana, successe la fine del mondo. Una vera apocalisse.
Titoloni sui giornali, prime pagine di settimanali nazionali ed internazionali, interi telegiornali, edizioni speciali, approfondimenti televisivi, tavole rotonde, dibattiti, simposi, conferenze, veri e propri casi diplomatici con paesi come Cina e Francia, demonizzavano la nostra mozzarella, dipingendola come il prodotto piu' inquinato al mondo, colpendo un'economia di settore, di nicchia, con una specificita' territoriale unica.
Erano i giorni dell'emergenza rifiuti. Si avvicinava il periodo Pasquale. Gomorra era il romanzo piu' letto al mondo. Quale spot piu' cinico e masochistico ma di grande richiamo, poteva propagare l'informazione prima nazionale e poi mondiale per diffondere incertezza verso i consumatori e indirettamente mettere in ginocchio un intero comparto produttivo in tutta la sua filiera e con tutto il suo indotto? La diossina nella mozzarella, come la risultante dei comportamenti deviati delle organizzazioni malavitose e lo scarso senso civico di noi cittadini campani.
Il messaggio ebbe ripercussioni devastanti. Dalla mozzarella - per la quale pare si morisse folgorati all'istante o se si era fortunati di tumore, dopo un mese - a tutti i prodotti alimentari campani il passaggio fu breve. Al nord furono immortalate, con tanta enfasi rassicurante, le scritte che i commercianti del comparto alimentare esponevano al di fuori dei loro esercizi che recitavano: "non vendiamo prodotti campani".
Faccio notare un particolare, invitandovi ad una attenta riflessione.
La mozzarella d.o.p. campana, per bonta' sua, e' un prodotto inconfondibile per sapore, forma, colore, consistenza. Non necessiterebbe, per assurdo, nemmeno del bollino di controllo che ne indichi la precisa provenienza. E' unica al mondo. Di eguali non ne esistono. Punto.
Molto diverso il discorso per il suino.
Lo puoi trovare nella forma di insaccato. Prosciutti crudi e cotti freschi o stagionati, salami, coppe, capicolli, lardo, pancette dolci o affumicate, mortadelle tradizionali o farcite, wrustel classici o a fette
Lo puoi assaporare sottoforma di scatolame, come carne bollita in gelatina.
Ne puoi mangiare le sue parti fresche, trite, congelate o lavorate. Costate, salsicce, locene, braciole, tracchie, sugna, zampe, muso, guanciale.
Ne puoi gustare la sua prelibattezza nei precotti sottovuoto, cotechini e zamponi che non e' detto che si debbano mangiare o servire nei ristoranti solo a Natale.
Si dira', il prodotto ha un'etichetta, c'e da fidarsi ciecamente del prorpio negoziante. Anche del banconista del grande centro commerciale?
Una cosa e' certa: del maiale non si butta via niente. Prorpio di questi tempi bisognerebbe disfarsene?

lunedì 8 dicembre 2008

SI FACCIA PULIZIA

A Napoli, la Iervolino non molla.
Anche se ormai i cittadini non vogliono piu' questa amministrazione, lei va avanti per la sua strada. Accusa i media di una campagna denigratoria, come se l'informazione dovesse essere obbligata a sottacere cio' che sta accadendo nel palazzo. Nel frattempo e' attendista, sperando che passi acqua sotto i ponti. Ma oggi il fiume e' gonfio, ingrossato, straripante e puo' far danni.
Il Sindaco afferma che ufficialmente non e' indagata, anche se oggi esserlo non produce grossi effetti. Ci sarebbero altri magistrati che indagherebbero su i suoi indaganti, in una lotta titanica tra procure tipica di questi ultimi tempi, prassi che sta dissolvendo la figura stessa di quest'organo istituzionale, mettendo in discussione la sua autorevolezza.
Ci fu un uomo che oso' sfidare i poteri forti. Quest' uomo rispondeva al nome di Agostino Cordova. Anche questo magistrato coraggioso e leale, fu epurato per "incompatibilita' ambientale".
Il Sindaco sostiene che la delegittimazione, qualora ci fosse, dovrebbe avvenire in Consiglio Comunale.
Ma come potrebbe accadere cio'? I suoi consiglieri, espressione manifesta di un forte potere di casta, dovrebbero sfiduciare il loro numero uno? E la stessa cosa, potrebbe mai accadere alla Regione? Gli uomini di Bassolino, potrebbero mai defenestrare il proprio monarca?
Da tempo gli amministratori campani invocano una presa di posizione del loro leader Veltroni. Ma il Segretario nazionale, vive una fase di ridimensionamento sia personale che politico.
Come farebbe a dirimere l'ingarbugliata matassa campana? Proprio lui che in campagna elettorale, da queste parti non si avvicino' neppure, per l'improponibilita' dei suoi rappresentanti, considerati come "ulcere" che consumavano la vitalita' del neonato partito. Veltroni, anche per la vicenda Villari, apparirebbe ancor piu' indebolito, di fronte a dei vecchi marpioni mestieranti, vere icone della politica campana.
Penso che la delegittimazione istituzionale sia impossibile da attuarsi. Nel caso avvenisse, gli accusatori di caino, diventerebbero dei giuda della casta, all'ombra del Vesuvio. Per loro poi, quale futuro si potrebbe prospettare? Sia al Comune che alla Regione, i leader farebbero come Sansone: la loro resa, provocherebbe la "morte politica" di tutti i filistei.
Ritengo, tuttavia, che i tempi siano maturi per scoperchiare il pentolone della politica locale, i cui vapori maleodoranti, sono fatti di clientelismo, nepotismo, affarismo dirigista.
La citta' aveva altre priorita'. Eliminati i rifiuti dalle strade, ora occorre fare pulizia nei palazzi della politica.

giovedì 4 dicembre 2008

NAPOLI. IL PALAZZO TREMA

Napoli sta sprofondando nelle tenebre. Non si tratta soltanto degli effetti della crisi generale.
Non e' la spazzatura ad andare in prima pagina o la criminalita' organizzata con i suoi eccidi.
La citta' improvvisamente, vede accentuate le sue difficolta', i suoi atavici ritardi.
Questa volta e' la politica che mostra le sue crepe, i suoi limiti, forme espressive di un "crepuscolare barocco clientelare".
Anche il Presidente della Repubblica Napolitano, in visita nel capoluogo, ammonisce gli amministratori locali a fare una forte autocritica. Spesso l'attuale classe dirigente alla guida del territorio da lustri, ha strumentalizzato disagi cronici per nascondere, quasi occultandoli, i propri fallimenti ordinari. Le emergenze straordinarie sono stati bubboni che hanno coperto altre magagne.
Bassolino nel 94 gridava al neo-rinascimento. Gli intellettuali dell'epoca, oggi spariti dalla citta', gli fecero da cassa di risonanza. Si parlo' di miracolo, mostrando al mondo intero una sola parte della citta'.
Oggi il Governatore e' chiamato a rispondere in giudizio. I tempi del processo come si poteva ipotizzare, vista la statura dell'indagato, stanno accumulando ritardi notevoli.
Nel frattempo la Sanita' regionale- vero motore della propagazione clientelare - e' sull'orlo del commissariamento, con ospedali che rischiano la chiusura.
Il sindaco Iervolino si trova nel pieno di una bufera politico-amministrativa. Il Comune e' sottoposto a diverse inchieste giudiziarie. Una di queste, probabilmente, e' stata la causa del suicidio del consigliere Nugnes del PD. Si ipotizza un suo coinvolgimento nei disordini contro la riapertura della discarica di Pianura ad inizio anno. Lo stesso consigliere sarebbe coinvolto in un'altra inchiesta da oparte della Dda nel settore della viabilita', dalle ripercussioni piu' clamorose, con concrete ipotesi di turbativa d'asta.
In questo scenario, assumono una certa logica, le dimissioni dell'assessore al bilancio Cardillo, proprio alla vigilia della stesura del consuntivo di fine anno. Probabilmente l'assessore era al corrente di cosa stesse emergendo, come ad esempio la vicenda di circa 30.000 immobili di proprieta' dell'amministrazione (anche esercizi commerciali) che non versavano un solo euro nelle casse del Comune.
Questo clima fosco e losco sta determinando anche una frizione tra le diverse correnti del PD locale. L'assessore regionale al turismo, Velardi, uomo di Bassolino, chiede il voto anticipato al Comune, proponendo addirittura una ipotetica lista civica.
L'atmosfera che si respira e' un mix tra il fuggi-fuggi generale e lo scontro fratricida.
Intanto il Sindaco rimane imperturbabile, inamovibile.
In modo schizzofrenico organizza reimpasti. Ma forse, il tempo e' scaduto.
Le crepe del palazzo si sono fatte profonde.
Iniziano a sentirsi i primi scricchiolii di un crollo imminente, definitivo.

martedì 2 dicembre 2008

OBAMA, DA SOGNATORE A DECISIONISTA

Molti si sforzavano di pensare che l'11 settembre fosse un ricordo lontano e Osama Ben Laden un incubo dissolto nel nulla. Invece ancora una volta, si e' dimostrato che questo e' il nuovo male sociale del terzo millennio, vera minaccia alla prosperita' del pianeta e alla salvaguardia della liberta'.
L'attacco terrorista in India, ne e' la conferma. Si e' voluto attaccare un paese in forte crescita economica, un paese dove e' radicata la tradizione anglosassone, un paese dove da tempo nonostante ci fosse la presenza di una forte componente multiculturale indigena, si stavano compiendo dei grossi progressi verso una fase di integrazione interetnica. Questa volta si e' voluto attaccare in un momento di delicata congiuntura internazionale e soprattutto in una fase storica rappresentata da un notevole cambiamento politico, caratterizzato dalla nuova investitura presidenziale americana.
Anzi, si e' approfittato al massimo del momento di debole forza decisionale degli Stati Uniti, in questa fase di traghettamento dalla vecchia alla nuova presidenza, una cosa sulla quale ho sempre nutrito dubbi.
Il paese piu' forte al mondo non dovrebbe avere queste lunghe "pause di potere". Obama ufficialmente si insediera' agli inizi di gennaio. Era ipotizzabile un attacco in questo periodo ed in questa fase di crisi mondiale. Questa particolare prassi nelle istituzioni americane, la si puo' evidenziare nel lessico convenzionale usato dalla neo eletta Segretario di Stato, Hillary Clinton, che rivolgendosi a Barak Obama nel suo discorso di insediamento, adopera il termine " president elect ", un Presidente eletto ma non ancora in carica.
Purtroppo a tutte le "convenzionali" interpretazioni dei teoremi stragisti, si aggiunge per l'appunto, la delicatissima congiuntura economica. Questa crisi e' ancor piu' usata come arma dai terroristi. Un tempo si facevano attentati per fermare lo sviluppo. Oggi se ne continuano a compiere per accentuarne la momentanea ma profonda debolezza.
Combattere il terrorismo quindi, oggi e' un'esigenza anche economica oltre che culturale e democratica. Per tale motivazione, tutti le democrazie economicamente evolute si devono sentire sempre piu' unite in questa battaglia. Non si possono lasciare soli gli Stati Uniti nel sobbarcarsi questo onere.
Anche le modalita' della strage, assumano nuovi contorni e danno vita a nuove preoccupazioni.
Un attacco globale, portato con un diverso tipo di modalita', piu' vicino a quello della guerriglia. Fino ad oggi i terroristi si "immolavano" convinti di pagare con il loro sacrificio la conquista della pace eterna. In questa mostruosa devianza, chiaramente erano sapientemente indrottinati da teorici del male che fin dalla tenera eta' modificavano il loro acerbo pensiero, dirigendo e plasmando le menti degli adepti verso questo disegno di morte.
Oggi abbiamo visto che questi ragazzi dalla faccia pulita e dai lineamenti gentili, diventano veri esecutori materiali attivi. Uccidono con modalita' partecipative, con un ingaggio che possiamo quasi definire militaresco, spesso scegliendo e distinguendo le loro vittime.
Questo apre a nuovi scenari anche per quanto concerne l'organizzazione anti-terroristica. Non ci saranno piu' obiettivi sensibili. Gli attacchi essendo provocati da folti gruppi di fuoco dinamicamente operativi, saranno piu' difficili da prevedere e soprattutto circoscrivere.
Per tali considerazioni, oggi la risposta al terrorismo fondamentalista dovra' avvenire in modo ancor piu' sinergico e conresponsabile da parte di tutti i paesi democratici evoluti.
Gli Stati Uniti oggi sono chiamati a dare risposte importanti e a farlo anche in fretta.
Ancora una volta, l'America rispondera' con una strategia di paese e non con una logica partitica.
La scelta della Clinton e tutta la squadra di governo disegnata da Obama, sicuramente andranno in questa direzione, rendendo piu' decisionista lo spirito del nuovo presidente.