giovedì 30 ottobre 2008

DOPPI AUGURI A DIEGO MARADONA

Finalmente! Per Maradona si aprono le porte della nazionale argentina come selezionatore.
Si realizza un sogno sempre dichiarato per el Pibe de Oro che alla nazionale del suo paese ha dato tanto, riuscendo come tutti ricordano, a conquistare un titolo mondiale nell'86, praticamente da solo.
La nomina capita proprio nel giorno antecedente il suo compleanno, oggi 30 ottobre. Qundi, per lui sara' sicuramente uno dei regali piu' belli mai ricevuti.
Maradona nella vita e' stato un personaggio che ha sempre accettato sfide difficili. Ha sempre superato prove dure sul campo, quasi impossibili nella vita.
La nomina come selezionatore rappresenta un'altra scommessa, per un uomo che si sente positivamente reattivo quando deve mettersi in discussione.
Di Maradona ricordo sempre le gesta sportive, i colpi del fuoriclasse. Metto da parte le sue debolezze, in quanto limiti di qualsiasi persona umana. In molti si sono accaniti su i suoi lati oscuri, sulle sue fragilita'. Io voglio ricordare solo il Maradona sportivo. Gia' su questo blog(nella categoria pubblic. sul Roma - 9 marzo) ho cercato di ricordare il Maradona del campo, genio insuperabile a volte, incompreso.
L'attuale nazionale e' gia' un bel gruppo, dove spicca la stella di Messi, nuovo idolo del Barcellona, una formazione composta da tanti giovani parte dei quali ha gia' fatto bene conquistando il titolo Olimpico in Cina, cosa che alla Federazione Argentina accade per la seconda edizione consegutiva.
Maradona non ha esperienze come tecnico. Cio' alimentera' un forte scetticismo nell'ambiente, specie tra i suoi tanti denigratori.
Lui pero', sara' in grado di trasferire al gruppo quell'ulteriore dose di entusiasmo, infondendo all'intero ambiente quella contagiosa ma sana esaltazione che a volte sono l'elemento in piu' per poter raggiungere obiettivi difficili.
Un in bocca al lupo a Diego, un fuoriclasse che ha dato tanto a Napoli, consentendo un parziale riscatto sociale della citta', mai avvenuto completamente.
Oggi il Napoli e' nuovamente in vetta al campionato. A Diego fara' solamente piacere.

martedì 28 ottobre 2008

VELTRONI LEADER DI UN POPOLO NON COESO

Nel nostro Paese la politica, intesa come volano propagatore di fulgido impegno comunicativo verso la gente, sta vivendo una fase di forte sterelita'.
In Italia viviamo purtroppo una contrapposizione asettica della politica, non come confronto anche duro tra le correnti ma come costante e magnetico oscillare di un pendolo fatto di ripetitiva monotonia dialettica.
La comparsa di Berlusconi nel bene o nel male, ha rappresentato il nuovo.
Gli avversari hanno commesso l'errore fin troppo ripetuto di confrontarsi sul piano personale, alimentando lo scontro che e' divenuto scontro ideologico-antindividualista; non hanno mai risposto con la criticita' dell'argomentazione, ma con il cieco accanimento contro il singolo.
La globalizzazione e i suoi negativi risvolti hanno fatto il resto.
In tempi di ristrettezza economica, gli animi si surriscaldono e l'avversario politico non viene giudicato per i suoi demeriti ma condannato per le sue ricchezze, agi e benessere che gia' appartenevano al Berlusconi imprenditore a che adesso vengono ad essere inquadrati come un mondo fin troppo luccicante che stona con la drammaticita' sociale vissuta nel Paese.
Quando c'erano le vacche grasse, durante il periodo del penta partito, tutti andavano d'accordo. Lo Stato era così fittiziamente coeso, che fini' per non essere piu' visibile, alimentando la spinta anarchica del terrorismo. Era l'epoca degli anni di piombo.
Oggi lo Stato e' visibile ma altrettando debole , così com'e' diviso in blocchi di potere-pensiero.
Da un lato c'e' un solo leader che comanda, dall'altro un ammsso non coeso di uomini, pensieri, strategie che si alimentano in una logica precisa: la demolizione dell'avversario, non inteso come forza politica ma come l'uomo, il simbolo che la governa.
Tutto cio' si trascina da troppo tempo ormai, sgretolando il senso della politica, divenuta rappresentazione asettica ed evanescente, non piu' risorsa ed impegno concreto per il Paese.
In Veltroni si intravedevano dei barlumi di novita', di proposta alternativa, di nuova idea di progetto. Improvvisamente si e' scelta la piazza, giustificandola col fatto che anche Berlusconi l'ha cavalcata.
Ma qui c'e' l'errore. Il "populista" Berlusconi deve apparire nella piazza, per ricevere da essa, la benedizione nazional-popolare. Veltroni invece, ora prudente ed aperto al confronto, poi massiminalista alla testa di un popolo rumoroso ma non coeso, cerca di intercettare l'entusiasmo di una massa frantumata, vuota, interiormente assente, per ritrovare l'effimero brivido del consenso partecipativo.
Ma chi fa opposizione non deve fare la conta dei presenti, ma puntare sul contenuto degli argomenti. Questi pero', provengono da un variegato ed evanescente mondo di una parte della societa', quello che resta della sinistra, oggi improvvisamnete spaesata, smarrita perche' divenuta orfana di alcuni punti di riferimento.
Lui potra' inteccetarla, non rappresentarla nella sua interezza. Non potra' mai renderla unitaria anzi, a breve, questa stessa fetta di societa' gli si ritorcera' contro, condannando questo suo incedere incostante, palesemente plurirappresentativo.

sabato 25 ottobre 2008

VELTRONI RESUSCITA LA SINISTRA. SOLO BASSOLINO E' ASSENTE

Veltroni raduna il Partito Democratico.
Tutto il mondo della sinistra, in questo appello, cerca di trovare se stessa.
A Roma, in un pomeriggio d'autunno diventato caldo, confluiscono identita' diverse. Il PD cerca di intercettarle.
Col pretesto della riforma dell'istruzione, partigiani, movimenti omosessuali, operai, sindacati, universitari, liceali, alunni delle scuole primarie, precari arrabbiati, estremisti, dipietristi, improvvisamente lasciano da parte le loro singole soggettivita' confluendo compatti verso un unico obiettivo: l'antiberlusconismo.
Ancora una volta la sinistra italiana, un mix di catto-comunismo trasformista, influenze liberal e spasmodica ricerca di una moderna entita' socialista, si trova riunita non per tracciare linee di cambiamento ma per accentuare, strumentalizzandola, la divisione di classe presente nel Paese.
Non idee, ma protesta. Nel fare cio', figli e nipoti di Berlinguer, non potendo arrivare alla sua cultura comunicativa, sono abilissimi.
All'appello manca Bassolino.
Il Governatore non solo non fa sentire la sua vicinanza ma si dichiara non favorevole a queste iniziative, a suo avviso strumentali.
Lui ha altro a cui pensare. Tra processi relativi al periodo dell'emergenza rifiuti, nuove inchieste della Procura su trasferimenti di somme ad un parlamentare DS, il macigno rappresentato dalla sanita' campana a limite del collasso.
Nonostante i suoi errori, lascera' un vuoto istituzionale e politico devastante.
L'era Bassoliniana volge a termine e con essa un'epopea clientelare che per molti ha rappresentato la materializzazione di un eldorado.
A Roma invece, i nuovi dirigenti del PD ex DS che da Bassolino hanno ricevuto nel corso di lustri milioni di voti, hanno voltato le spalle al Governatore, fin dai tempi della grottesca sceneggiata delle primarie.
Il PD e' anche questo. Partito che oscura malesseri interni, alla pari dei campi rom nascosti dall'ex Sindaco di Roma, cavalcando i variegati malumori del paese provenienti anche da coloro che non si riconoscono nel " Democratico Partito ".

giovedì 23 ottobre 2008

L'ISTRUZIONE: SPECCHIO DI UNA SOCIETA' MUTATA

Venti di protesta. Rigurgiti insurrezionali. Ancora una volta, l'autunno e' caldo.
La riforma nella Pubblica Istruzione, partita nel "tagliare" la scuola primaria, diventa oggetto di scontro sociale nelle Universita' con l'immensa gioia del governo ombra che finalmente riesce a vedere qualche raggio di luce, partecipando alla vita attiva del Paese.
Gli studenti fondamentalmente, sono preoccupati per il loro futuro, stanchi del dover vivere pensando alla giornata. Sono gli stessi studenti, gli stessi esponenti di quella tramontata pseudo sinistra, che qualche settimana fa, argomentavano con un bagliore di intrinseca soddisfazione interiore, la fine del modello capitalista, il crollo del sistema economico di stampo liberale.
Il crollo di un mondo globale, che avrebbe dovuto accoglire loro stessi, un domani, una volta diventati dottori. Questi stessi giovani, spesso vedevano nell'estero, soprattutto negli Stati Uniti, l'eldorado per la loro realizzazione.
Da un lato quindi, si vomitano sentenze troppo affrettate sulla caduta di un sistema economico (capitalismo) che a dispetto di quello politico (comunismo) continuera' ad esistere; dall'altro si richiede al paese Italia, il mantenimento di un 'istruzione nazionalizzata e statalista.
Si accusa infatti il Governo di sostenere misure in tal senso per le banche, non per le universita'. Ma i futuri dottori, in quali aziende si andrebbero ad occupare un domani, se queste non riescono piu' a sopravvivere perche' le banche non danno loro fiducia? O si desidera un paese ancor piu' ingolfato da intellettuali impegnati, narratori liberal, opinionisti radical-chic che profetizzano la disperazione e il degrado della nazione in cui vivono?
Nessuno si e' mai domandato, se in questo periodo di grosso cambiamento socio-economico, anche l'approccio all'istruzione non debba essere riveduto e corretto.
Una volta le intelligenze dal sud emigravano al nord. Poi si iniziarono a superare i confini nazionali. Domani, i nostri cervelli dove si dovranno dirigere se secondo la gran parte di essi e' il sistema mondiale ad essere mutato?
La scuola e' un diritto primario. L'universita' e' una scelta ponderata che a volte viene fatta troppo alla leggera. Nessuno si domanda perche' l'Italia e' il paese tra quelli sviluppati, dove c'e' il piu' basso numero di laureati rispetto al numero degli iscritti. Tutto cio' accadrebbe solo per l'inefficienza della struttura universitaria? Anch'io oltre venti anni or sono, frequentavo i corsi di Scienze Politiche a Napoli nei cinematografi. All'epoca pero' non c'era ne' Ballaro', ne' Anno Zero...
Penso si dovrebbero introdurre, alla pari delle facolta' scientifiche, test di ammissione alle universita' umanistiche, proprio per garantire un insegnamento migliore a chi e' piu' meritevole.
Il figlio dell'operaio come quello del professionista hanno diritto a diventare dottori, se ne sono davvero capaci.

martedì 21 ottobre 2008

LA CRISI C'E'. LA SINISTRA NO

La sinistra non trova piu' se stessa. Bertinotti compare in Tv per cercare di rianimarla.
Dopo la cocente sconfitta elettorale e la scomparsa dal Parlamento Italiano, si lecca ancora le ferite, non riuscendo a intuire che il muro di Berlino e' caduto anche in Italia.
Non riesce a trovare piu' una dimensione all'interno del Paese, lontana dalla politica attiva, dal sindacato che nel tempo l'ha esautorata, dai lavoratori che da essa si sono sentiti traditi, dalla piazza che rivendica lotte sociali in piena e libera autonomia apartitica.
Non riuscendosi a dare spiegazioni, a sua volta condanna il Prodi pensiero e il Prodi Governo, quando se andiamo a ritroso nel tempo, fu la prima a sostenere questo anomalo raggruppamento di forze, l'ammasso di partiti e correnti dalla diversa natura, in un'ottica non alternativa alle destre ma in unico spirito anti-Berlusconiano. Nelle sue rivendicazioni, la sinistra perde l'obbiettivo principale della sua storia, l'emancipazione del proletariato e diventa una forza politica schierata contro un unico uomo.
L'Ulivo non era altro che la realizzazione di questa vasta e informe macchina cerca voti, priva di idee innovatrici, con il solo obbiettivo di sconfiggere, demonizzandolo, l'avversario.
Quando Prodi cade, finisce anche un'idea politica ma la sinistra non sa ancora una volta interpretare le esigenze del Paese, commettendo il suo ultimo errore, quello di confluire verso il movimento ecologista, abbandonando i suoi vecchi simboli, dandosi nuove cromaticita', cosa che ha fatto perdere ancor di piu' il contatto con il suo fedele elettorato.
Al tempo stesso la sinistra ha preso le distanze anche dal nuovo ed ambizioso progetto del PD in cui confluivano tanti dei suoi ex leader, cugini e fratelli di tante battaglie che cercavano di creare un partito piu' moderno ed europeista.
Bertinotti a La 7 si compiaceva della crisi del modello liberale. Criticava la scelta di convergere verso forme di nazionalizzazioni forzate, da sempre osteggiate dai puristi del capitalismo. Tutto vero a livello di teorie economiste del xx secolo.
Oggi pero' le cose sono cambiate. Gli stessi governi socialisti, un neo-socialismo a cui ora lui cerca di far convergere cosa resta della frantumata sinistra, lo stesso moderato socialismo a cui vorrebbe convergere il PD, hanno applicato negli ultimi anni questi tipi di politiche dalla natura per così dire piu' liberale. Lo hanno fatto la Spagna di Zapatero, L'Inghilterra al tempo di Blair, la stessa Germania di Angela Mercker. In tutti questi grandi paesi, l'economia interna non si e' propagata per una rigida applicazione di teorie marxiste, ma per una grande apertura ad un'economia liberale e di mercato, con una grande coperazione tra pubblico e privato.
Anche la Cina lo ha capito. Solo Bertinotti crede ancora nella rivoluzione.



lunedì 20 ottobre 2008

MEDIA "COMMERCIALI", FINE DELL'INFORMAZIONE

Negli ultimi tempi i media sono sempre piu' specchio di una societa' accecata da meri fini commerciali.
Le tristi vicende relative ai drammi vissuti in Campania ne sono la testimoninaza piu' evidente.
Per oltre un anno, tutti gli organi d'informazione locale, nazionale ed internazionale hanno sfruttato per un proprio tornaconto commerciale i disastri perpetuati nella regione.
Prima le vicende relativi ai rifiuti presenti in gran parte della regione, poi i drammatici episodi di criminalita' organizzata nel casertano, hanno accentrato l'attenzione su tale tematiche, in modo ripetutamente monotematico.
Ci si e' resi conto, che infangare ulteriormente il territorio, mortificare senza ritegno la popolazione presente - senza mai fare dei giusti distinguo - "tirava" molto, aumentava i dati di ascolto, focalizzava l'attenzione dei fruitori il messaggio. Ci si e' perfino meravigliati che il Santo Padre, ieri a Pompei, non abbia fatto a sua volta un Suo intervento sul tema.
Sicuramente a spingere in tal senso i media e' stata la coincidente rappresentazione narrativa del marcio presente nel territorio, fatto di malavita organizzata, clientelismo politico, corruzione diffusa.
Si e' creata una sorta di velata complicita' tra i vettori dell'informazione sempre piu' orientati all'ascolto e non alla pluralita' della notizia e la presunta ma non certo plausibile narrativa neo-realista, i cui interpreti hanno assecondato maggiormente esigenze populiste e presenzialiste creando una sorta di mitologismo letterario, di natura antropologica, su un determinato territorio.
Si e' creato quindi un intreccio confuso, tra informazione, narrazione e reale realta' degli eventi che e' sfociata in un'irradiazione "mononeurotica" delle notizie.
Il territorio e' stato ucciso dal cancrenarsi della malavita organizzata.
La sua resurrezione al momento, e' stata resa vana dall'incaponimento dei media che, per scopi commerciali, hanno dato fine all'esistenza di un' informazione varia e pluritematica, sottacendo quanto vi sia ancora di buono in questa terra.

sabato 18 ottobre 2008

NAPOLI, RIFERIMENTO CULTURALE DEL MEDITERRANEO

Napoli si conferma riferimento culturale del Mediterraneo e centro di attrazione degli appassionati dell'arte.
Per la prima volta viene inaugurata a Napoli, nel Real Museo di Capodimonte, un'esposizione delle opere di LOUISE BOURGEOIS, artista finemente provocatoria, tra le piu' importanti interpreti dell'arte scultorea dell'epoca contemporanea, espressione di un estremo, provocatorio, inquieto surrealismo.
L'artista francese nata a Parigi nel 1913, si trasferisce a New York dove inizia la sua carriera artistica, nella quale realizza una vastissima produzione, usando tecniche e materiali alternativi, mai pero' allontanandosi da quello che e' il suo filone permanente: la creazione di forme scultoree.
L'esposizione di Capodimonte comprende circa sessanta opere, le quali interagiscono in un unisono artistico, con dipinti ed altre collezioni permanenti del Museo, creando un unicum d'arte basato sul contrasto tra la classicita' delle opere antiche - specie quelle del 600' napoletano che in Luca Giordano hanno il suo massimo interprete - e il dinamismo mutevole dell'arte contemporanea.
Tale "forzata" convivenza e' tesa ad accentuare la pluralita' dimensionale dell'artista ed il suo interfacciarsi all'opera tramite l'applicazione di molteplici tecniche, materiali e soluzioni realizzative, compreso l'utilizzo di "linguaggi" grafici a noi piu' recenti.
Nella scultrice e' chiara l'influenza del surrealismo estremo che si realizza al meglio nelle sue grandi opere in ferro.
Tra esse spicca l'ELOGIO al RAGNO, " animale protettivo che mangia le zanzare, viste come portatrici di malattie. Quindi il ragno diventa un essere positivo, profusore di bene ed allegraia con un ruolo importante simile a quello svolto dalla madre, vista come chioccia ".
La mostra e' stata realizzata con il contributo della Sovrintendenza della citta' di Napoli, lo studio Louis Bourgeois, promossa dal Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, con l'egida della Regione Campania, della Provincia di Napoli ed il Comune di Napoli.
Per ulteriori informazioni : www.museo-capodimonte.it
Ci tenevo a sottolineare l'iniziativa, per la sua unicita' e per ribadire la naturale vocazione di Napoli, citta' mai doma, che riesce a trovare in ogni momento della sua tormentata storia, energie inaspettate ed inesauribili, fulgida e vibrante testimonianza della sua antichissima vocazione artistica e culturale.

giovedì 16 ottobre 2008

POLITICA CAMPANA: CERCASI LEADER

Il Pdl campano, si appresta al varo del partito regionale.
La riunificazione del centro-destra non sara' indolore e mettera' subito in luce la mancanza di una coesa vocazione unitaria.
La Campania uscira' a breve dal dominio incontrastato dell'epopea Bassoliniana. Il Governatore non sara' piu' eleggibile. Nel bene e nel male il leader della sinistra, diventata sinistra-centro, lascera' un vuoto istituzionale, sia nella sua corrente che tra le forze a lui avverse.
Avverra' quindi, un ricambio generazionale piu' per motivazioni storiche che per reali metamorfosi politiche.
Le ultime elezioni politiche infatti, hanno si sancito in modo netto l'avanzare del Pdl anche in Campania ma, questo partito o movimento come abitualmente sovviene indicarlo, verra' ad essere privo di alcune peculiari caratteristiche.
Si evidenzieranno le difficolta' a smussare le spinte verticiste che sempre hanno contraddistinto le forze del centro-destra campano, creando un vuoto relazionale con le basi.
Al partito manchera' quella connotazione trasversale, risultando sommatoria di vecchi dirigismi locali ed espressione di logiche campaniliste.
Manchera' poi, l'individuazione di un vero leader. I big campani del centro-destra, sono da anni lontani dalla realta' del territorio, dalle esigenze della cittadinanza, imborghesiti nei loro uffici governativi o nel luccichio dei salotti romani.
La stessa scelta dei responsabili territoriali e' sempre stata caratterizzata da lotte intestine tra le diverse correnti locali, che si riproporanno anche per l'organigramma del futuro Pdl campano.
La politica campana nel suo insieme, negli ultimi anni, ha perso del tempo prezioso, mascherando la sua impreparazione dietro l'estremizzazione drammatica del malessere del territorio.
Dapprima l'infinita emergenza rifiuti, poi la piaga della criminalita' organizzata, invece di essere stimolo per la rinascita di una sana e contagiosa dialettica, sono divenuti strazianti lamenti di impotenza, forse, un utile paravento per nascondere l'incapacita' reattiva della politica locale, piu' attenta alla ricerca del facile consenso che alla creazione di strumenti, soluzioni ed idee di cambiamento.

martedì 14 ottobre 2008

CODICE INTERNET

Da qualche giorno ho aderito anch' io a Codice Internet. (www.codiceinternet.it)
L'obbiettivo e' sviluppare ulteriormente la rete in Italia, specie al sud.
Viviamo un momento di appiattimento dell'informazione.
Il confronto sulle diverse tematiche, e' diventato scontro sterile tra gli opposti schieramenti.
Realta' ed argomenti interessanti vengono sottaciuti o veicolati per meri interessi commerciali.
Con lo sviluppo di internet, ciascuno diventa protagonista, interagendo liberamente con gli altri.
Ognuno e' partecipe in prima persona, diventando vettore d'informazione alternativa.
La rete diventa un veicolo di abbattimento sociale e di incontro interculturale.
Ciascun soggetto partecipante e' fonte preziosa di arricchimento dell'insieme.
In Italia vige ancora un vetusto, baronale, ordine dei giornalisti, altra espressione di casta.
Su emittenti private e quotidiani locali, si fa incetta di giornalisti di mediocre livello culturale.
Nella reta al contrario ci sono tanti liberi utenti preparati e ricchi di idee.
Idee ed argomentazioni che spesso vengono "spiate" dagli stessi quotati giornalisti.
La rete con i suoi blogger, e' diventato a tutti gli effetti, un sistema alternativo di informazione.
Codice Internet, e' un contenitore che ne puo' solo aumentare la sua capillare diffusione.
Iscriviti anche tu, diventa partecipe e protagonista del mondo che ti circonda.

lunedì 13 ottobre 2008

FINANZA , ECONOMIA REALE, STRATEGIA POLITICA

Ma davvero il sistema economico era a rischio paralisi?
Nazionalizzare le banche, portera' ad una ripresa dell'economia reale?
In questa fase di crollo verticale delle borse, qualcuno ha ottenuto vantaggi?
La crisi partita dagli Stati Uniti, sembra essere stata risolta o almeno controllata proprio dagli USA.
Bush improvvisamente, e' apparso come il salvatore dell'economia mondiale.
Il Presidente uscente, in perfetto stile repubblicano, ha preso il "toro" per le corna, dettando i parametri ai quali anche i paesi europei dovevano attenersi. In Europa non c'e' stata una perfetta sintonia sul da farsi, ma alla fine tutti si sono uniformati ai dictat atlantici.
L'economia reale, la produttivita' dei singoli paesi, il reddito e i consumi, aumenteranno tramite queste iniezioni di danaro "costruito" e non di reale ricchezza prodotta?
Io penso che la questione sia stata anche politica. Sul finire della campagna elettorale americana, una crisi di queste dimensioni, e' apparsa come un'ancora di salvezza per i repubblicani. Accentuarla tramite una profusione incontrollata di panico ed incertezza, e' stato l'ultimo tentativo per scalfire l'immagine di Obama, candidato da tutti considerato troppo giovane ed inesperto, quindi debole dinanzi a tale catastrofe, oltre che non di pelle bianca.
Le borse hanno rifiatato, le banche sono state garantite da risorse nazionali che faranno aumentare nel medio termine il debito pubblico dei singoli paesi, l'immagine dei repubblicani si e' fortificata, creando una sorta di naturale passaggio del testimone a McCain.
L'unica cosa che viene sottaciuta, e' che il vantaggio del candidato democratico e' sempre costantemente sui 5 punti.
Ma forse anche le borse, preferiscono tale cosa.

sabato 11 ottobre 2008

TG3 CAMPANIA: INFORMAZIONE A META'

Angelo che fai a pranzo, torni a mangiare? Quando esco, la mia anziana mammina, (sono sposato ma vivo ancora con lei) recita come tutte le madri questa solita domanda.
Io da un po' di tempo le rispondo: non ti preoccupare, torno per " l'isola dei famosi ". Lei sorride, intuendo la mia ironia. Infatti, da un po' di tempo ho ribattezzato il tg3 campania, divenuto il telegiornale di univoca e monotematica informazione , una sorta di real-fiction del macabro che pero' suscita tanto interesse, alla pari della nota trasmissione della Ventura.
Si parla sempre della gesta del clan dei casalesi, creando una sorta di prolungamento a puntate, anzi ad episodi, del piu' importante libro di Saviano che tanta suggestione ha provocato nell'immaginario collettivo.
Tutto il restante marciume della regione, in particolar modo l'elevata propensione criminogena del capoluogo, vengono poste in secondo piano o completamente sottaciute, determinando una parziale, strumentale e pilotata informazione a meta', per noi cittadini.
Gia' a livello di lessico giornalistico-narrativo, l'identificazione delle famiglie malavitose, con il termine "casalesi", viene a produrre un sociologico e addirittura antropoligico collegamento geografico con un preciso territorio, Casal di Principe appunto, mettento aprioristicamente, un' alea di fango su un'intera collettivita', nella quale ci sono tante persone per bene che operano come me sul territorio e che oggi sono come marchiati di un'onta, divenuta indelebile.
I media stanno determinando una sorta di spartitraffico geo-territoriale tra il bene ed il male: Napoli e la Campania come realta' propositive esenti dal malessere criminale, il casertano come fulcro propagatore di ogni tipo di malaffare. Cio' e' qualcosa di volutamente distorto.
Improvvisamente si dimenticano le faide di camorra nella zona di Secondigliano, tra i Di Lauro e gli scissionisti(famiglia Abbinante) che ha prodotto tantissime vittime negli scorsi anni(a proposito, il commercio di droga e' completamente sparito? Da chi viene gestito ora?).
Napoli e' come fosse diventata improvvisamente una MonteCarlo all'ombra del Vesuvio, non vi e' piu' il racket, lo spaccio, la prostituzione, l'usura(di questi tempi di crisi delle banche, unica vera istituzione creditizia).
La zona del Vasto e della Stazione Centrale, vero crogiuolo del malaffare, si sono trasformati in dei lussureggianti parchi londinesi.
Tutte le grosse famiglie come Contini, Licciardi, Misso, Giuliano, Mazzarella e i loro fitti legami con il territorio e come si fossero dissolti nel nulla. E' possibile che questi criminali non abbiano investito i loro proventi in pulite attivita' commerciali? O sono stati risucchiati come tanti risparmiatori nella crisi delle borse?
E' che dire della mafia cinese? Il porto di Napoli e soprattutto quello di Salerno, dove entra qualsiasi tipo di mercanzia contraffatta ed ingenti quantita' di droga, sono diventati per incanto delle piacevoli darsene turistiche, dove gli appasionati si cimentano nella pratica della pesca sportiva.
Anche i gravi episodi relativi ai disordini di Pianura, durante la fase acuta dell'emergenza rifiuti, dove c'erano dei preoccupanti colleganmenti tra politici dell'attuale amministrazione cittadina e malavitosi locali, sono stati sottaciuti o quanto meno annunciati in modo ridotto e non clamoroso.
Questo per dire che non bisogna sottacere cio' che avviene nel casertano, ribadendo al tempo stesso, che Gomorra non ha piu' bisogno di ulteriori sponsorizzazioni mediatiche.
Saviano meritatamente vincera' l'Oscar.
Il servizio d'informazione regionale ed anche nazionale pero', dovrebbero puntare i loro obbiettivi anche su altre realta' negative del territorio campano, evitando in questa maniera di dare un'informazione monca di una sua meta'.

giovedì 9 ottobre 2008

E' SEMPRE COLPA DELL'AMERICA

Gira e rigira, e' sempre colpa dell'America.
Nell'immediato dopo guerra, da molti fu criticata la scelta italiana di seguire il liberismo.
Bisognava seguire un modello, si preferì scegliere il mercato anziche' il dirigismo statalista.
Negli anni 50' da molti non fu tollerata, l'americanizzazione dei nostri modelli di vita, un'importazione di nuovi comportamenti che per molti erano quasi abitudini di mal costume.
Alla fine degli anni 60' si mise in discussione anche lo sbarco sulla luna, pur di sminuire e contrapporsi al nuovo modo di vedere il mondo.
Sempre in quel periodo, ci si batteva contro la guerra in Vietnam, come unica forma di rifiuto alla guerra ed all'abuso, dimenticando cosa stesse succedendo nell'est dell'Europa.
Negli anni 80' ci si opponeva al Reganismo, allo scudo spaziale; si contestava il modello huppies, come evanescente forma di arrivismo economico, mentre il nostro Paese gongolava per mezzo dell' eccessiva svalutazione e del crescente debito pubblico.
Poi ci sono state le ere Bush. Gli Stati Uniti sono diventati un paese guerrafondaio con l'unico scopo di controllare i mercati petroliferi. L'unica volta che la guerra come metodo di esportazione della democrazia non fu contestato, fu all'epoca del nazi-fascismo.
Oggi accusiamo gli Stati Uniti, come la causa principale, diciamo univoca, del crollo finanziario mondiale.
Ci si dimentica dell'11 settembre, della nascita dell'euro, moneta forte di paesi deboli, che ha completamente snaturato il ruolo del dollaro come moneta di riferimento internazionale e che ha contribuito dal 2002, ad una sua preogressiva svalutazione.
Ci si dimentica della scalata selvaggia dei paesi asiatici, economie aggressive e senza regole che hanno divorato i mercati e messo in difficolta' le economie reali di tutti i paesi cosiddetti sviluppati e che hanno influito in modo determinante anche sulla domanda di consumi primari della propria popolazione, 2.000.000.000 di abitanti.
Ci si dimentica dei paesi Arabi, detentori di di una ricchezza al mometo inesauruibile e insostituibile che hanno condizionato in modo spaventoso fino a qualche mese or sono, l'aumeto dei prezzi e delle tariffe di mezzo mondo.
Ci si dimentica dell'assenza di una vera politica economica europea unitaria, espressione invece, di comportamenti schizzofrenici e campanilistici.
Ci si dimentica degli speculatori, veri artefici e controllori delle borse, un mondo che vive di sensazioni, umori impercettibili.
Ci si dimentica del grande appuntamento del 4 novembre.
Come in molti si augurano, ci sara' una svolta epocale alla Casa Bianca, con la vittoria di Obama.
Il mondo sara' diverso ma, forse, in molti non lo vogliono e stanno contribuendo ad accelerare un percorso al massacro.
Gira e rigira, e' sempre colpa dell'America?

martedì 7 ottobre 2008

GUERRIGLIA URBANA: LA REGIA E' POLITICA

Da tempo sto sostenendo che il degrado socio-culturale e l'abbandono in cui versa la regione Campania, hanno consentito la propagazione di un humus deviato, la profilerazione di un intreccio distorto e pericoloso, tra politica, malavita e frange anarchico-insurrezionali.
Ne e' dimostrazione l'ultima scoperta della Magistratura napoletana che ha portato alla luce il legame tra alcuni politici ed esponenti camorristici, nelle vicende degli scontri avvenuti nel gennaio scorso(Governo Prodi in carica), in merito all'emergenza rifiuti, per l'opposizione alla riapertura della discarica di Pianura a Napoli, intento che e' riuscito nella sua realizzazione, con la benedizione dei vertici della amministrazione cittadina.
Gli accusati sono il Consigliere Comunale di AN Marco Nonno, attualmente recluso, l'Assessore Comunale (protezione civile) Giorgio Nugnes ex Margherita, ora nelle fila del PD, ai domiciliari.
Come si vede la cooperazione alla guerriglia, era bipartizan, altro che tutela dell'ambiente.
I due da tempo intercettati ( che peccato aver revocato tale espediente legislativo) interagivano, usando anche parole in codice, con frange camorriste in cui coinfluivano anche esponenti del tifo organizzato. Ma qui lo sport non c'entra, poiche' la parte estremista degli ultras e' una componente mercenaria al sodalizio di chi fomenta violenza per scopi ben precisi.
Secondo gli inquirenti, dietro le rappresentazioni violente messe in atto in quel periodo, c'erano loschi interessi di speculazione edilizia che coinvolgevano i politici appunto e ambienti malavitosi napoletani, interessati a ottenere ulteriori vantaggi , in una zona gia' devastata dall'abusivismo immobiliare.
Penso che anche per gli odierni scontri registratisi a Chiaiano, si possano celare interessi dello stesso genere, specie per esigenze simili nel vicino territorio del Comune di Marano.
Altro che attenzione ai problemi del sano ecologismo e della qualita' della vita di noi cittadini. Negli scontri napoletani contro l'apertura di discariche volute dal Governo, c'era la regia occulta di malsani ambienti politici che con l'utilizzo della guerriglia e della devastazione messa in atto da professionisti del disordine, cercavano di portare avanti i loro disegni affaristici e di potere.
Finalmente si riesce ad intuire perche' e' durata tanto tempo l'emergenza rifiuti.
Una vera e propria epopea del malaffare.

domenica 5 ottobre 2008

CI SI DIMENTICA DELLA MALA POLITICA

Nell'ultimo periodo, l'attenzione dei media e' focalizzata in maniera monotematica, su piaghe che affliggono il territorio campano. Cio' e' cosa utuile e necessaria.
L'infinita e continuata riproposizione dell'emergenza rifiuti pero', e' stato uno spettacolo macabro che ha ulteriolmente indebolito la dignita' dei cittadini e devastato economicamente la regione.
Adesso, i palinsesti dei principali canali televisivi, martellano in maniera incessante la rappresentazione di episodi di camorra, una sorta reale riproduzione di schegge di "gomorra", andando oltre il normale e necessario dovere di informazione ma creando una forma di shaw permanente, dove il crimine assume una caratterizzazione populista e mitologica, in un'ottica puramente commerciale. Ci si e' accorti che il prodotto "cattiva campania" tira alla grande.
Focalizzarsi pero', in modo "mononeurotico" a volte, diventa prassi controproducente, anche per gli stessi organi inquirenti (la cattura di Provenzano ad esempio, avvenne nel massimo silenzio mediatico).
A livello nazionale, in questa maniera passano in secondo ordine, rimanendo sottaciute, tutte le altre tragiche situazioni in cui versa la Campania: l'imminenza dei processi verso i vertici dell'amministrazione regionale, la disoccupazione cronica, la mancanza di infrastrutture, l'eccessiva distanza tra la politica e il mondo della sana imprenditoria.
Ma soprattutto viene dimenticato il disastro in cui versa la sanita' regionale, sull'orlo del commissariamento, con decine di ospedali che rischiano di chiudere.
Un sistema sanitario che e' la massima espressione del dirigismo politico di casta clientelare.
La sanita' in questa regione piu' di altre, ha rappresentato sempre un "pulito" veicolo per ottenere voti, consenso, carriera, potere.
Vedere in tv i cumuli di spazzatura ammassati, le esecuzioni di camorra, fa sicuramente effetto e suggestiona le menti dei fruitori il messaggio.
Non denunciare i comportamenti "criminogeni" della mala politica campana e' cosa assai piu' grave, perche' vuol dire tacere su qualcosa che e' piu' difficile da captare ma che si diffonde in modo altrettanto esteso e capillare.

giovedì 2 ottobre 2008

RAZZISMO E CRIMINALITA'

In Italia e' la destra che ha determinato il razzismo o con l'attuale maggioranza la questione razziale e' diventato un utile spot propagandistico dell'opposizione, sapientemente veicolato anche dai media che invece in molti continuano a considerare organi di regime?
Penso che i campi rom e la diffidenza per gli zingari a torto o a ragione, sia stato quasi sempre un sentimento avvertito dalla popolazione, a prescindere dei governi alternatesi nel Paese.
Ritengo purtroppo, che le persone dal colore della pelle piu' scuro, siamo stati spesso ed erroneamente etichettati come negri e da molti imbecilli, pre-aggettivati col termine sporco.
Credo che il problema clandestini sia un dramma gradualmente accresciutosi negli ultinmi trentanni, con governi di sinistra, di destra fino ad arrivare alla cattolica democrazia cristiana. Con esso e' andato di pari passo, lo sfruttamento della manovalanza extra-comunitaria(faccio notare che i rumeni oggi sono cittadini dell'Unione) ad opera delle organizzazioni malavitose.
Improvvisamente noto che tali deprecabili situazioni discriminatorie, vengono sfruttate da una regia non tanto occulta, come una conseguenza del clima politico che si vive oggi nel Paese e sfruttate per sterili fini ideologici che non fanno altro che arroventare il clima sociale attualmente vissuto (cittadini africani che dimostrano contro l'apertura della discarica di Chiaiano...mah).
Addirittura si vuole far passare come episodio razzista, la strage di camorra compiuta nel casertano per il controllo di traffici illeciti, da criminali senza scrupoli, espressione atavica di anarchiche forme di anti-Stato, in un territorio dove la legge e' da tempo sconosciuta, malavitosi che in poco piu' di un ventennio, in questo lembo d'Italia, hanno lasciato sull'asfalto circa 1.500 cittadini "bianchi".
Concludo affermando che la questione razziale sia un ritardo culturale e sociologico del nostro paese, la criminalita malavitosa ahime', una costante che per il momento non sembra interrompersi anzi, propagarsi in un humus sempre piu' variegato.

mercoledì 1 ottobre 2008

TRAMONTO FLEGREO

Dopo una mattina dal cielo velato, nel pomeriggio il sole squarcia le nuvole irradiando con la sua luce una Napoli impigrita di inizi d'autunno.
Decido di uscire in moto, visto che l'aria fa sentire ancora il suo mite tepore .
Il tramonto sta per calare, decido di andarlo ad ammirare nella baia di Capo Miseno, prima che si dissolva nel mare.
Monto in sella alla mia Ducati. Attraverso velocemente la tangenziale, con un interiore senso d'evasione, lasciandomi il caos della citta' alle mie spalle.
Supero Pozzuoli, sentendo a distanza il suo inconfondibile odore sulfureo. Esco a Cuma e subito si presenta dinanzi ai miei occhi lo specchio color smeraldo del lago D'Averno con alle spalle il suggestivo promontorio di Capo Miseno.
Mi dirigo in direzione di Baia, la strada inizia a salire, si fa piu' stretta e tortuosa.
Alte pareti calcaree e di tufo poroso, rendono col loro rimbombo, piu' cupo e pastoso il rumore degli scarchi della mia moto.
E' tutto un susseguirsi di poderi contadini, lussuose ville e resta romane.
Bassi filari di Falanghina e di Piedirosso(piere 'e palombo) dalle foglie rosse di inizio di ottobre, custodiscono a tratti, dolci e preziosi grappoli d'uva. La vendemmia non si e' ancora conclusa.
Scorgo in lontananza alla mia destra( ovest) il lago di Fusaro ed il promontario del monte Epomeo dell'isola d'Ischia. Dovunque i miei occhi spaziano l'orizzonte, sono riempiti dall'intensita' del mare che a quest'ora assume tinte di grigio delfino.
Inizio a scendere verso il porticciolo di Baia, antica dimora Romana sul cui sfondo, si ammira il castello. Una distesa di imbarcazioni da diporto e vecchi pescherecci, rendono ancor piu' suggestivo il panorama, un variegato acquarello marino da conservare gelosamente.
La strada ritorna a salire. I tornanti si fanno piu' intensi. Giungo all'estremita di Capo Miseno.
Di fronte a me l'isola di Procida. Alla mia sinistra ( est) in lontanza -15 miglia- ammiro il golfo di Napoli su cui incombe il dormiente Vesuvio che a quest'ora del dì, riceve gli ultimi raggi di un tramonto d'autunno, prima offrire ai noi figli di partenope, passata la notte, le prime luci violacee d'aurora.
Un suggestivo tramonto flegreo risveglia in me ricordi lontani, sensazioni vissute, spensierati frammenti di un mosaico custodito nella mia mente.